Prima di consigliarvi come gestire la puntura di un riccio di mare, vediamo insieme con chi abbiamo a che fare. I ricci di mare appartengono alla famiglia degli Echinodermi (dal greco echinos = dall’aspetto spinoso), hanno una forma sferica molto affascinante e colori bellissimi e si differenziano in base alla specie e alla zona di mare in cui si trovano. Esistono circa 950 specie marine sparse nei mari di tutto il mondo fino alla profondità di 5000 metri.
La specie più presente e comune nel Mediterraneo ma anche la più apprezzata dal punto di vista “gastronomico” (ma attenti a dove li mangiate!) viene, erroneamente, chiamata “riccio femmina o riccio viola” e appare con una colorazione violetta, verde oliva o bruno-rossastro a differenza del cosiddetto “riccio maschio o riccio nero” non commestibile, dalla colorazione nero lucido.
Non attaccano l’uomo e quando sono in vita si muovono grazie a piccolissimi peduncoli presenti nella parte inferiore dello scheletro (struttura sferica molto rigida a cui sono agganciate le famigerate spine). Lo scheletro di un riccio di mare senza spine ha un aspetto estremamente delicato e affascinante, un vero e proprio oggetto d’arredo! Purtroppo, però, quando capita di camminare su fondali rocciosi, il rischio d’incontrarli vivi, di toccarli o di calpestare distrattamente le loro spine è molto elevato.
La puntura provoca dolori molto intensi e spesso merita anche particolari trattamenti!
Le specie presenti nel Mediterraneo hanno colorazioni che possono variare dal marrone al verde, dal rosso scuro al nero e non rappresentano un problema per la tossicità delle loro punture. Al contrario, alcune specie presenti nei Tropici, sulle Coste Atlantiche e a sud dell’Oceano Pacifico hanno una diversa conformazione ma anche una maggiore pericolosità. Se toccati tendono ad attaccarsi al corpo e riescono ad inoculare un veleno composto da sostanze neuro-tossiche e/o cardio-tossiche. Nel caso di punture multiple e profonde su estese parti del corpo, possono causare reazioni piuttosto pericolose: disturbi della respirazione, spasmi muscolari, svenimenti e in casi particolarmente critici, anche arresti cardio-circolatori.
A tal proposito, consiglio un'attenzione particolare soprattutto per coloro che
frequentano località di mare fuori dal Mar Mediterraneo!
Il vero problema delle punture dei ricci di mare deriva dalle spine aguzze e fragili che ricoprono lo scheletro. Una volta penetrate nella pelle, tendono a spezzarsi e frantumarsi lasciando vedere in superficie solo dei puntini neri e delle piccole lesioni della pelle. In alcuni casi compaiono arrossamenti e gonfiori molto fastidiosi. Quando la parte colpita è molto estesa e le lesioni tendono ad essere nodulari è sempre opportuno seguire le indicazioni di un medico che valuterà se adottare la profilassi antitetanica. Infatti, anche se le punture tendono a guarire rapidamente potrebbero verificarsi infezioni che meritano una terapia antibiotica.
Perché si formano, a seguito della puntura,
dei noduli di colore rosso scuro in
corrispondenza delle spine penetrate?
Perché il nostro organismo al fine di evitare un’ulteriore penetrazione delle spine, tende ad eliminarle spingendole fuori o macerandole. Questo processo determina l’infiammazione che causa i noduli che, fra l’altro, possono permanere anche dopo mesi dalla puntura.
Come comportarsi di fronte alla puntura di uno o più ricci di mare?
- Per prima cosa bisogna cercare di estrarre molto delicatamente le spine con una pinzetta sterile facendo molta attenzione a non spezzarle durante l’operazione.
- Se alcune spine si spezzano e non riuscite ad estrarle, non insistete e cercate di farvi aiutare da un medico. Continuare a sfregare la parte nel tentativo di afferrare ed estrarre un frammento di spina potrebbe determinare un effetto contrario spingendola ancora più in profondità allungando i tempi di guarigione.
- E’ sempre consigliato uscire dall’acqua e farsi aiutare da qualcuno durante le cure. Procedere lavando la parte colpita con acqua e poi disinfettarla.
- Immergere la parte colpita in acqua calda alla massima temperatura tollerabile (allevia in modo considerevole il dolore e potrebbe favorire l’estrazione delle spine).
- Frequenti impacchi di aceto favoriscono l’espulsione naturale dei frammenti (il medico potrebbe consigliare anche una pomata a base di ittiolo, un composto con un’elevata percentuale di zolfo con proprietà antisettiche, antiseborroiche, decongestionanti ed antinfiammatorie).
- Anche se l’intervento dei soccorsi avanzati (118) generalmente non è necessario, è sempre opportuno far visitare il soggetto colpito da un medico che in base alla situazione deciderà le cure e le operazioni da effettuare.
La prevenzione anche in questi casi può aiutarci molto con comportamenti utili ad
evitare incidenti:
- indossate calzature con suola in gomma dura se avete deciso di camminare in mare su terreni rocciosi e ciottolosi;
- durante le immersioni o lo snorkeling, indossate sempre i guanti e non vi avvicinate troppo alle rocce sommerse in particolare quando offrono cavità nascoste (e non solo per i ricci di mare!);
- osservate sempre con molta attenzione la conformazione del fondale marino sul quale camminate e se avvistate un riccio di mare vuol dire che intorno ce ne saranno sicuramente altri, ATTENZIONE!