Guardare sott’acqua ad occhio nudo? Perché sott’acqua gli occhi non riescono a vedere nitidamente? Proverò a chiarire in modo semplice un fenomeno piuttosto complesso.
E’ scientificamente provato che l’occhio umano è stato “progettato” per vedere bene in ambiente aereo. A contatto con l’aria riesce ad elaborare meglio le immagini.
Dobbiamo pensare al nostro occhio come ad un obiettivo con una lente frontale che sia: curva – convessa – convergente.
Andiamo per gradi. L’occhio per focalizzare le immagini sulla retina adotta un sistema di lenti che sono:
- la cornea, la parte più esterna dell’occhio a diretto contatto con l’ambiente in cui ci troviamo, riempita essenzialmente di acqua. Essa raccoglie i raggi luminosi e li trasferisce al cristallino posto nella parte più interna.
- il cristallino si comporta esattamente come una lente e contraendosi, grazie al muscolo ciliare, mette a fuoco le immagini e le proietta sulla retina nel fondo dell’occhio.
Nella retina lo stimolo luminoso viene trasformato in impulsi elettrici e, attraverso il nervo ottico, indirizzati al cervello che elaborerà le immagini.
Allora perché per guardare sott’acqua ad occhio nudo abbiamo bisogno di aria a contatto con l’occhio?
Per quanto il sistema di visione umano sia evoluto a contatto con l’aria, esso manifesta grossi limiti a contatto con l’acqua.
La legge di Snell-Cartesio sulla propagazione delle onde elettromagnetiche potrebbe venirci in aiuto ma intendo semplificare la spiegazione.
Un raggio luminoso che attraversa due mezzi aventi indice di rifrazione diversa, devia a causa della diversa velocità di propagazione determinata dal mezzo stesso. In altre parole, un raggio luminoso ha una velocità nell’aria diversa da quella che ha nell’acqua.
Venendo a mancare la rifrazione iniziale con l’occhio all’aria aperta, il cristallino non riesce a mettere a fuoco le immagini da trasferire alla retina determinando la famigerata “sfocatura”.
E’, pertanto, necessario portare l’occhio a contatto con l’aria attraverso una maschera. In questo modo potrà funzionare nelle sue condizioni ottimali.
Ma non è tutto. I raggi luminosi passando attraverso acqua, vetro della maschera, aria compresa al suo interno e cornea, rendono apparentemente gli oggetti più vicini e grandi del 20-30% circa proprio a causa della rifrazione.
Il medesimo fenomeno ci permette di vedere il remo di una barca immerso in acqua come se fosse spezzato (o piegato) in corrispondenza del punto d’immersione. Anche in questo caso, per effetto della rifrazione la luce modifica velocità e direzione in relazione alla densità delle sostanze in cui viaggia.