Esistono tanti modi per combattere i sintomi associati allo stress psico-fisico di una persona. Questo perché le cause possono essere molteplici e difficili da individuare. Senza nulla togliere alle terapie psicologiche e farmacologiche, sintomi come l’irritabilità, la rabbia, l’ansia e la depressione, si possono combattere anche grazie a metodi non convenzionali e alla portata di tutti.
LO AFFERMANO NUMEROSE RICERCHE SCIENTIFICHE
Immergere il viso in acqua fredda e trattenere il respiro per circa venti secondi è uno di di questi metodi. Nel caso in cui una persona NON soffra di particolari patologie cardiache o di bassa pressione (situazioni per le quali e consigliabile evitare questo comportamento), consente di ridurre fortemente lo stato ansioso.
Si chiama riflesso d’immersione (diving reflex o diving response). Ne parlò per la prima volta nel 1870 il fisiologo francese Paul Bert ed è presente in tutti i vertebrati che respirano aria. Si tratta di un adattamento del cuore e della respirazione a questa particolare situazione. Immergere il viso nell’acqua consente all’organismo di innescare un’azione riflessa (automatica, spontanea, protettiva) capace di ridurre il consumo di ossigeno e tutelare gli organi più “preziosi e delicati” (cervello, cuore, reni).
Più l’acqua è fredda, più l’intensità e la velocità della reazione saranno forti (ovviamente non mi riferisco a temperature che scendono a 5°-10° sotto lo zero per le quali il rischio shock da freddo è molto concreto).
CON PAROLE SEMPLICI CERCHERÒ DI SPIEGARE UNA COMPLESSA REAZIONE DEL NOSTRO ORGANISMO
Immergendo il nostro viso dentro un contenitore con dell’acqua fredda, andiamo a stimolare i cosiddetti i termocettori che si trovano all’interno della nostra cavità nasale e nelle aree innervate dal nervo cranico chiamato trigemino. Quando il nostro sistema nervoso centrale attraverso l’encefalo (cervello, cervelletto e tronco spinale) elabora le informazioni ricevute, si attiva una risposta definita parasimpatica (il sistema parasimpatico stimola la quiete, la rilassatezza, la digestione, l’accumulo di energia…).
Fra i tanti effetti del riflesso d’immersione, voglio concentrarmi su 3 di essi:
- ottimizzazione della respirazione e maggiore capacità di apnea (aspetto molto caro al mondo underwater)
- effetto blod shift (spostamento del sangue) – il sangue sarà convogliato principalmente verso quegli organi che sono più importanti per la nostra sopravvivenza (cuore, cervello, reni) lasciando meno irrorati i tessuti periferici (più resistenti e capaci di resistere alla mancanza di ossigeno).
- bradicardia – riduzione della tachicardia tipica della condizione di ansia da stress e minore frequenza dei battiti cardiaci.
Per un soggetto sano, durante un attacco di ansia in preda a tachicardia, immergere semplicemente il proprio viso dentro un contenitore con acqua fredda e trattenere per alcuni secondi il respiro, può essere d’aiuto al fine di combattere i sintomi del suo stress.