Imparare a riconoscere i segnali del cuore è il primo passo per capire e prevenire situazioni delicate che possono evolvere in modo pericoloso. E’ sempre molto difficile parlare di cuore, in tutti i sensi. Lo è ancora di più quando si tratta di eventi cardiovascolari e senza le dovute competenze. Tuttavia è sufficiente conoscere pochi e semplici concetti per rendere la nostra vita e quella di coloro che ci vivono accanto più sicura. In altre parole, occorre imparare a riconoscere i segnali del cuore.
L’arresto cardiaco improvviso può colpire chiunque, anche persone apparentemente in perfetto stato di salute. Naturalmente corretti stili di vita (sport, corretta alimentazione, movimento) riducono le probabilità di arresto cardiaco in un individuo proprio come sbagliati stili di vita potrebbero aumentarle (abuso di fumo e alcol, sedentarietà, alimentazione troppo abbondante e ricca di alimenti e bevande dannosi per l’organismo).
Come ho evidenziato in molti precedenti articoli, il mancato funzionamento della pompa cardiaca può metterci fuori uso in pochi minuti. Per questo motivo, tutti dovrebbero sapere come comportarsi di fronte ad una persona colpita da infarto o in arresto cardiaco.
E’ importante saper distinguere i due casi. INFARTO e ARRESTO CARDIACO, due situazioni ben distinte che molto spesso vengono confuse! Vediamo insieme le differenze per capire meglio come comportarci.
♥ Cos’è l’ INFARTO?
Si tratta di un evento cardiovascolare con una sintomatologia piuttosto evidente.
- Nella maggior parte dei casi dipende dalla chiusura di una delle arterie coronarie che avvolgono il miocardio.
- L’ostruzione è causata dall’accumulo di placche aterosclerotiche (principalmente grasso e tessuto cicatriziale), coaguli / trombi.
- L’occlusione dell’arteria impedisce l’irrorazione di sangue di una parte del cuore che, per questo motivo, va in necrosi (muore!).
- Gli impulsi elettrici, a causa di questa alterata circolazione all’interno del cuore, aumentano la loro frequenza ma in modo debole e confuso senza avere la capacità di spingere in circolo il sangue. Siamo in presenza di un’aritmia.
- Maggiore è la parte di cuore necrotizzata, più grave sarà l’infarto in quanto la parte di cuore colpita diventa incapace di contrarsi e pompare sangue ma anche di trasmettere gli impulsi elettrici.
- Non tutti gli infarti evolvono in arresto cardiaco!
Quali sono i sintomi dell’INFARTO?
- La persona colpita è cosciente
- Avverte un dolore al torace di tipo oppressivo, come un grosso peso nel punto in cui è localizzato il dolore, generalmente irradiato verso collo, mandibola e braccio sinistro.
- Malessere, stanchezza, sudorazione fredda ma anche (soprattutto nelle donne) dolori addominali, nausea e vomito.
- Quando l’arteria coronaria è completamente ostruita, il dolore è intenso e continuo.
- Se l’ostruzione dell’arteria è parziale, il dolore potrebbe scomparire dopo un po’ e ritornare a distanza di tempo.
Di fronte a sintomi come quelli sopra elencati mai riscontrati prima, è sempre consigliato non sottovalutare l’accaduto. Dovete agire in sicurezza e prevenire il problema, non rincorrerlo! E’ importante rivolgersi ad un medico per risolvere l’eventuale problema prima che possa trasformarsi in un vero infarto (angina pectoris, ischemia cardiaca).
Nel nostro Paese i dati ISTAT riferiti ai decessi per problemi al cuore, superano di gran lunga quelli sugli annegamenti. Circa un 11% contro un misero 0,05%. Questo non vuol dire che i 380 morti per annegamento del 2019 siano meno importanti dei circa 50.000 deceduti a seguito di arresto cardiaco. Significa semplicemente che è più importante rendere consapevoli le persone di quanto gli infarti e gli arresti cardiaci siano frequenti all’interno delle nostre comunità.
♥ Cos’è l’ARRESTO CARDIACO?
E’ anch’esso un evento cardiovascolare ma a differenza dell’infarto comporta la cessazione dell’attività elettrica del cuore con conseguente perdita delle principali funzioni vitali. Le cause possono essere diverse: aritmia, infarto che coinvolge una parte molto estesa di tessuti cardiaci, scompenso cardiaco terminale, miocardite grave, insufficienza respiratoria, tamponamenti cardiaci (forti contusioni a seguito di incidenti). Possono anche influire condizioni genetiche come canalopatie e sindrome di Brugada.
Come appare un individuo colpito da ARRESTO CARDIACO:
- Il soggetto è privo di coscienza
- Non respira (potrebbe emettere un rantolio, “gasping”, che NON significa che il soggetto sta respirando. Se la gabbia toracica è immobile, non respira!)
- E’ privo delle principali funzioni vitali. La mancanza di controllo degli sfinteri può causare perdita di urine e feci.
Senza immediata RCP o defibrillazione in pochi minuti riporterà danni permanenti agli organi nobili (reni, fegato ma soprattutto cervello) e dopo circa 10 minuti sopraggiungerà la morte.
CONCLUSIONI:
- Un l’infarto non è un arresto cardiaco ma PUO’ evolvere in arresto cardiaco.
- L’arresto cardiaco determina la mancata ossigenazione del cervello a causa dell’assenza di circolazione sanguigna.
- Superati circa 10 minuti senza un intervento capace di fornire ossigeno al cervello e senza ripristinare le funzioni cardiache, sopraggiunge la morte.
Per tutto quello evidenziato in questo articolo ricordo a tutti l’importanza della prevenzione e del primo soccorso, quello che ognuno può svolgere dopo aver imparato bene le azioni e le manovre da svolgere in questi casi. E’ l’unico modo per evitare che trascorrano quei terribili 10 minuti dopo un arresto cardiaco senza fare nulla, riducendo quasi a zero le probabilità di sopravvivenza del soggetto colpito.