AMBIENTI ACQUATICI COACHING

Le GERARCHIE in spiaggia

SI COMINCIA AD ORGANIZZARE  LA PROSSIMA STAGIONE ESTIVA. NON SOTTOVALUTIAMO LE GERARCHIE IN SPIAGGIA. 

Lunghi tratti di spiaggia sulle nostre coste, in estate, si trasformano in stabilimenti balneari. Alcuni di piccole dimensioni a gestione familiare, altri molto estesi in concessione a grandi società e con numerose attrezzature, aree sportive, ricreative e per la somministrazione di alimenti e bevande. Tutti, indistintamente, hanno l’OBBLIGO di impiegare un certo tipo di personale e rispettare determinate norme. Generalmente, gli stabilimenti balneari delle grandi strutture alberghiere, oltre ad essere ben organizzati, hanno anche l’accesso al mare per i mezzi nautici (vela e motore) attraverso quelli che, comunemente, vengono  definiti corridoi di lancio o corsie.

Si tratta di spazi acquei in cui si praticano numerose attività, con mezzi nautici a vela e a motore, che meritano di essere sempre controllate con molta attenzione al fine di evitare azioni rischiose.

Anche se gli stabilimenti balneari rappresentano uno dei posti più graditi per lo svago ed il divertimento estivo, non dobbiamo mai dimenticare che si tratta di  ambienti acquatici in cui la sottovalutazione di alcuni pericoli può causare conseguenze molto gravi, soprattutto in relazione alla balneazione.

Per questo motivo, gli stabilimenti balneari, pur avendo i loro regolamenti interni, sono costretti per legge a rispettare le Ordinanze di Sicurezza Balneare emesse dalle Capitanerie di Porto (documenti in cui sono indicate tutte le norme da applicare durante il periodo di apertura al pubblico). Il rispetto di queste norme (pena onerose sanzioni e rischio chiusura), è affidato al costante controllo degli assistenti bagnanti,  figure lavorative incaricate di fare prevenzione, praticare le operazioni di primo soccorso ed effettuare eventuali salvataggi in mare.

Senza l’assistente bagnanti in possesso del proprio brevetto in corso di validità, lo stabilimento balneare non può aprire al pubblico. Si tratta di una figura lavorativa che può essere gestita anche da una società esterna (titolare di un piano collettivo di salvataggio su quel tratto di costa) con cui il gestore dello stabilimento balneare stabilisce un accordo. La cosa certa è che non può mancare il bagnino! Ma è anche vero che quest’ultimo si trova, spesso, a lavorare in collaborazione con altre figure altrettanto importanti.

Quali sono i criteri che regolano le gerarchie in spiaggia?

La risposta è una sola e riguarda un solo aspetto: LA SICUREZZA DI CHI LA FREQUENTA!

Partendo da questo presupposto, le gerarchie di spiaggia vedranno:

al 1° posto

  • tutti i pubblici ufficiali che rappresentano gli enti che emettono le Ordinanze comunali/regionali ed il personale operativo della Guardia Costiera (a terra e in mare) impegnati nel controllo del rispetto delle norme contenute nell’Ordinanza di Sicurezza Balneare (emessa ogni anno dalla Capitaneria di Porto).
  • i medici ed il personale sanitario durante le operazioni di Primo Soccorso. In loro assenza l’assistente bagnanti (o il soccorritore laico) potrà operare “in autonomia” fino all’arrivo dei soccorsi avanzati (118) o di un medico e, comunque, si metterà sempre a loro disposizione per un’eventuale collaborazione sulla scena dell’infortunio/incidente;
  • gli assistenti bagnanti (bagnini di salvataggio) durante le operazioni di Salvataggio e Primo Soccorso IN MARE (in assenza di personale della Guardia Costiera o di altri corpi specializzati nei soccorsi in mare a cui, comunque, offrono collaborazione).

al 2° posto, il Responsabile degli Assistenti Bagnanti e gli Assistenti Bagnanti in genere (bagnini di salvataggio). Sono le figure incaricate di fare prevenzione (a terra e in mare) osservando, e facendo osservare, le norme contenute nelle ordinanze. Se necessario intervengono con le operazioni di Primo Soccorso e di Salvataggio in mare. Hanno il dovere di controllare che:

  • i presidi sanitari siano sempre presenti, che le attrezzature ed i mezzi nautici per il salvataggio siano efficienti
  • boe/gavitelli e cartelli indicanti i limiti delle acque sicure siano posizionati correttamente in mare
  • le attività in spiaggia siano svolte nelle modalità consentite.

Hanno il diritto di pretendere dai bagnanti e da tutti coloro che fanno uso di mezzi nautici (compresi gli istruttori di vela, windsurf, SUP… che operano all’interno dello specchio acqueo dello stabilimento balneare) il rispetto delle regole al fine di limitare i rischi e favorire la pacifica convivenza fra i frequentatori dello stabilimento balneare;

al 3° posto, il Responsabile del Team nautico e gli istruttori (e aiuto istruttore) di attività nautiche e sport acquatici. Queste figure, seppur professionalmente molto valide e preparate, all’interno di uno stabilimento balneare devono, comunque, rispettare le regole contenute nelle Ordinanze e soprattutto attenersi alle indicazioni degli Assistenti Bagnanti a seguito della valutazione delle condizioni meteo-marine. Sono questi ultimi (e naturalmente il datore di lavoro) a rispondere per l’inosservanza delle norme di sicurezza!

A tal proposito voglio fare una doverosa precisazione: spesso, viene a crearsi una INUTILE E CONTROPRODUCENTE COMPETIZIONE fra istruttori e assistenti bagnanti a causa delle loro differenti funzioni (talvolta anche dall’atteggiamento sbagliato di entrambi):

  1. da una parte l’istruttore vede nel forte vento le condizioni ideali per uscire in barca o windsurf per provare a far divertire un cliente.
  2. dall’altra l’assistente bagnanti intuisce il rischio che potrebbe derivare dall’attività nautica svolta in quelle condizioni meteo-marine e si precipita ad issare la bandiera rossa intimando a bagnanti e sportivi di non entrare in mare.

Questi due atteggiamenti possono dare origine a controversie e discussioni anche molto accese (da evitare assolutamente in presenza di clienti e turisti).

VORREI RISOLVERE, UNA VOLTA PER TUTTE, QUESTA ANNOSA CONTROVERSIA ATTRAVERSO UN RAGIONAMENTO MOLTO LOGICO, ricordando che stare nelle posizioni più alte della gerarchia non equivale ad essere “migliori” ma semplicemente a far funzionare bene un settore attraverso la divisione dei ruoli (lavoro di squadra).

SE l’assistente bagnanti è qualificato e assunto per fare prevenzione, lui ha il dovere di OPERARE IN SICUREZZA FACENDO PREVENZIONE! Nel dubbio che le condizioni meteo-marine possano mettere in difficoltà le attività nautiche e di balneazione, il team nautico non deve opporsi alla sua decisione (oltre a screditare la sua immagine, si assumerebbero una grosso rischio di cui avranno piena responsabilità qualora si verificassero incidenti).

Le statistiche evidenziano che i soccorsi a terra, i salvataggi in mare e gli incidenti più o meno gravi, derivano proprio dalla mancanza di prevenzione. Tuttavia, l’assistente bagnanti deve essere in grado, in ogni momento, di fare una corretta valutazione delle condizioni meteo-marine e favorire il più possibile le attività nautiche e ludico-ricreative svolte dagli staff nautici (preoccupandosi di avere sempre a disposizione mezzi efficienti per eventuali soccorsi).

IMPORTANTE: in un contesto frequentato da turisti non esperti di mare, è importante favorire un divertimento che sia anche sicuro e che non si trasformi in rischio o, ancora peggio, in danno. Un esperto Capo Spiaggia (Responsabile della Squadra di Assistenti Bagnanti) ed un competente Capo Sport (responsabile del Team Nautico) devono lavorare in sinergia ed essere sempre in sintonia su questo aspetto, altrimenti ne risentirà la sicurezza di tutti, anche quella del datore di lavoro di fronte alla legge (in quanto risponderà, sempre e comunque, per quello che succederà all’interno della sua attività lavorativa).

In CONCLUSIONE, un imprenditore che opera nel settore dell’accoglienza turistico-balneare, deve selezionare con molta attenzione le figure che operano negli ambienti acquatici (in particolare i responsabili), verificare il rispetto delle GERARCHIE di spiaggia e la sintonia operativa, in particolare sulle  norme di prevenzione.

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