Prima di affrontare l’argomento “come riconoscere gestire la puntura di tracina” è opportuno sapere di chi stiamo parlando.
La tracina, anche chiamata pesce ragno o rognone, è un pesce molto temuto da bagnanti e pescatori proprio a causa della capacità velenifera delle sue punture. Esistono 9 specie di tracine, diverse per conformazione e dimensione (mai oltre i 50 cm di lunghezza e con un peso che può arrivare fino a 2 kg). Generalmente hanno un colore marrone chiaro tendente al giallo, in alcuni casi con striature o segni di colore nero. Sono molto presenti nel Mediterraneo ma anche in altri mari: Mar Nero, coste atlantiche, Oceano Pacifico, Isole Canarie, Africa occidentale.
Quello che ci mette in pericolo è il veleno sprigionato dalla punta velenifera che precede la lunga pinna dorsale ma anche le due spine all’altezza delle branchie (anch’esse velenose).
Perché ci punge e dove capita generalmente
Le tracine amano pescare e sostare nei fondali fangosi e sabbiosi, generalmente entro i 30 metri dalla riva e non oltre i 100 metri. Spesso presenti a ridosso delle nostre spiagge, hanno un’anatomia che gli consente di avere gli occhi nella parte superiore della testa in modo da poter rimanere insabbiate e controllare cosa succede sopra di loro. Anche se la spina velenifera quando sono a riposo è abbassata, quando percepiscono un potenziale pericolo, viene alzata come un ventaglio per difesa.
Come per ogni tipo di soccorso, l’assistente bagnanti deve conoscere la natura del problema e intervenire con competenza e rapidità, evitando improvvisazioni. In questo caso deve saper riconoscere la puntura del pesce in questione. Non posso negare che in molti casi la puntura della tracina può essere confusa con altri tipi di puntura causati dalla pressione del piede sulla sabbia (spine, conchiglie, pietre appuntite, ecc.) ma in pochi minuti è possibile eliminare eventuali dubbi e agire in sicurezza attraverso metodi scientificamente dimostrati.
In caso di puntura di tracina, quali sintomi dobbiamo aspettarci?
La tracina inietta con la sua puntura delle molecole proteiche tra cui una dracotossina responsabile del dolore ma anche una percentuale di serotonina ed istamina, in parte responsabili del panico successivo alla puntura. Il soggetto punto avrà pertanto:
- nausea
- vomito
- tremori con, nei casi più critici, possibile sincope
Come deve intervenire l’assistente bagnanti in assenza di personale medico?
- Idratare il soggetto colpito con piccoli sorsi di acqua temperatura ambiente.
- Portare il soggetto in posizione comoda e ombreggiata.
- Lavare la parte colpita e fare pressione sul punto per cercare di espellere eventuali residui della spina (meglio far uscire un po’ di sangue con la pressione delle dita).
- Immergere la parte colpita in acqua calda (dolce o salata) intorno ai 50° (non bollente) per circa 30 minuti. Le tossine di natura proteica di cui è composto il veleno sono, come solitamente quelle di altri pesci, di natura termolabile.
Evitare assolutamente i rimedi “fai da te” che posso peggiorare notevolmente il quadro clinico:
- NO sabbia bollente
- NO ammoniaca
- NO urina
- NO acqua fredda
- NO sigarette spente (ho visto anche questo!)
Generalmente si tratta di punture che provocano un dolore molto intenso che, generalmente, persiste per circa un’ora ma in alcuni casi anche di più. Talvolta la sensazione può rimanere per giorni prima di scomparire definitivamente. Sempre dietro consiglio medico, ci sono farmaci che possono aiutare a gestire meglio la situazione: antibiotici, analgesici, antinfiammatori o pomate al cortisone. Il parere medico potrebbe anche consigliare la profilassi antitetanica.
Un assistente bagnanti o un soccorritore deve assolutamente prestare ATTENZIONE alle reazioni che si verificano a seguito della puntura e che potrebbero complicare la situazione:
- dispnea
- ostruzione delle vie aeree
- astenia
- sudorazione intensa
- tachicardia
- rash cutaneo
La sintomatologia sopra descritta deve immediatamente far pensare ad un soggetto allergico in cui la tossina è entrata in circolo. Non bisogna aspettare neppure un attimo. Chiamare immediatamente il 118 evidenziando una possibile situazione da shock anafilattico in corso e cercare un medico nelle vicinanze che possa, eventualmente, effettuare una somministrazione per via intramuscolare di adrenalina.
CURIOSITA’
- L’ effetto velenifero della puntura permane anche dopo la morte del pesce, anche dopo averlo congelato (causa di puntura per molti pescatori che maneggiano il pesce per toglierlo dalle reti).
- La cottura annulla qualsiasi pericolo rendendo innocua l’eventuale puntura.
3 comments
Bellissimo❤️
Grazie Micky!🥰
Grazie Miki!