La plastica è il terzo materiale più diffuso al Mondo dopo acciaio e cemento (dalle recenti statistiche risulta che circa 150 milioni di tonnellate sono sparse nei nostri mari). E’ necessario rivedere le nostre abitudini per evitare che l’inquinamento metta in pericolo gli ambienti in cui viviamo e le nostre vite
Parlando di inquinamento, uno dei nemici più pericolosi è proprio “la plastica”. Ogni iniziativa volta a combattere la sua diffusione merita visibilità e interesse.
Fra le tante iniziati realizzate per combattere questo mostro silente, voglio evidenziare una startup italiana sull’utilizzo di materiali riciclabili e biodegradabili: la canapa e gli scarti vegetali.
Stessa attenzione merita il progetto di due designer olandesi (E. Klarenbeek e M. Dros) che grazie alle loro competenze e alla volontà di ridurre l’impatto ambientale della plastica, curano un’intera filiera che parte dalla coltivazione, passa alla raccolta e asciugatura per terminare, attraverso l’uso di stampanti 3D. Producono oggetti di largo consumo (utensili domestici, vasi, bottiglie, ecc.). Sono già riusciti a diffonderli presso numerosi ristoranti e intendono sensibilizzare le aziende al loro acquisto.
Per apprezzare ancora di più queste iniziative dobbiamo considerare che le alghe, per loro natura, crescono filtrando anidride carbonica. Il carbonio assunto va a produrre un amido che viene utilizzato per la produzione delle bio-plastiche in questione, generando aria pulita come prodotto di scarto. Geniale!
Sperando di riuscire a limitare il nostro ottuso e famelico consumismo (e di conseguenza la lavorazione di sostanze altamente inquinanti e non biodegradabili) offriamo spazio e credito a queste virtuose iniziative e a tante altre in corso.
Sostituire la plastica con le alghe è solo un esempio ma possibile. Uno dei tanti modi attraverso il quale provare a salvare il Mare e la Terra.