È di ieri la notizia che ha puntato i riflettori sul mercato dell’arte. L’opera “Comedian” di Maurizio Cattelan venduta a 6.2 milioni di dollari. Non mi permetto, assolutamente, di giudicare il genio o le opere di Maurizio Cattelan, è pur sempre l’artista italiano vivente più quotato al mondo. Colui che cavalca le dinamiche più contorte di un settore in cui, come diceva Andy Warhol, “è diventata più rilevante la capacità di vendere che di creare un’opera…”. In fondo le opere di Cattelan, intrise di avanguardismo, nichilismo e teatralità, vengono spesso paragonate a quelle dell’illusionista statunitense David Copperfiel e al suo gusto per l’esagerazione.
Tuttavia la notizia della vendita della sua opera, “una banana appiccicata ad un muro”, ad una cifra così spropositata, qualche riflessione la induce.
IL FANTOMATICO MERCATO
È vero, certe dinamiche si verificano in nome di un fantomatico “mercato” e delle sue leggi spesso incomprensibili: in sintesi, c’è chi produce e mette in vendita e chi acquista! E mentre il signor Cattelan se la ride prendendosi gioco del mondo intero e dichiarando che ormai “il mercato dell’arte è scivoloso” senza limitarsi nel fare riferimenti ai 35 centesimi pagati per la banana acquistata in un mercato di Manhattan e poi resa protagonista di tanto clamore… il signor Justin Sun (imprenditore cinese nel campo delle criptovalute) si procura in poche ore una notorietà mondiale pagandola 6.2 milioni di dollari.
NON CAPISCO MA… CAPISCO!
Ok, non sono in grado di giudicare l’opera o l’artista… ma posso giudicare o provare a capire la spiegazione che lo stesso autore vuole dargli! Se il senso dell’opera è quello di simboleggiare il mercato dell’arte e la società che lo favorisce, forse stiamo dando troppo valore a questo “mezzo artistico” che dovrebbe scuotere le anime attraverso un kit stile IKEA, con tanto di certificato di autenticità e in cui sono contenute le indicazioni ed il materiale per “appiccicare”, ogni 10 giorni, una banana al un muro (rigorosamente ad un’altezza di un 1.75 cm con un nastro americano argentato di 20 cm ed un’inclinazione di 37 gradi), al fine di mantenere invariato o accrescere il valore dell’opera. Ma il signor Sun va oltre, dichiarando dopo l’acquisto: “Mangerò la banana che compone l’opera… per onorare il mio posto nella storia e nella cultura popolare” (che cippa voglia dire forse lo scoprirò!).
CARO SIGNOR SUN
Caro signor Sun, con l’acquisto di quest’opera e con le dichiarazioni che ha rilasciato, in poche ore è diventato popolare! La notorietà delle sue attività è schizzata alle stelle ma mi consenta di fare qualche considerazione. Dire che viviamo in un momento storico caratterizzato da disastri ambientali e guerre.. e che la cifra da Lei utilizzata per aggiudicarsi “Comedian” avrebbe fatto comodo a molti e per cose molto più utili è retorica da strapazzo, ovviamente!
Tuttavia, Le consiglierei di fare un’attenta valutazione sul significato “più profondo” di questa sua popolarità: in quanti stanno apprezzando il suo gesto di acquistare e poi mangiare una banana pagata 6.2 milioni di dollari… e quanti quella banana più che fargliela mangiare glie la infilerebbero da qualche altra parte?!? Mi creda creda, è importante fare queste riflessioni per ridare un senso a certe cose! Si tratterebbe di spendere qualche altra decina di migliaia di euro per fare un’indagine a livello mondiale?! Forse comprenderà che il denaro può comprare la popolarità e fare tanta pubblicità (anime del commercio)… ma anche che la popolarità senza rispetto si riduce ad una scivolata sulla buccia di una banana!”.
PACKAGING STILE IKEA
⇒ Nel certificato di autenticità dell’opera c’è una clausola che garantisce all’acquirente la possibilità di ricreare “Comedian” in qualsiasi momento… in altre parole, il signor Sun ha la possibilità di organizzare show milionari, circondato e corteggiato da critici, artisti e faccendieri… in cui si mangia o fa mangiare a turno la famosa banana di turno… che poi sarà sostituita come un pomello dell’IKEA (semplice no?!).
⇒ Una società civile, forse, farebbe pagare al signor Cattelan per la su “banana” (acquistata a 35 centesimi e rivenduta a 6.2 milioni di dollari), il corrispettivo della nostra famigerata plus valenza applicata per la vendita degli immobili, da destinare a tutte quelle popolazioni che hanno tante banane e poca acqua da bere, perché no?!.
Tutto questo, più che avanguardismo, a me sembra un’enorme comica… magari uno spirito più attento e critico nei confronti dei mercati, dei mercanti e dell’arte, aiuterebbe tutti a ridimensionare certi fenomeni capaci di generare rabbia, indignazione… e perché no, ANCHE una strana ammirazione verso i protagonisti!