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Bisogna cercarli quando non servono

L’estate si è conclusa e nonostante le piacevoli temperature, le attività turistico-balneari hanno da tempo chiuso i battenti. Gli stabilimenti balneari sono stati smontati e i collaboratori degli imprenditori turistici congedati (per tornare nel mare magnum delle offerte di lavoro stagionale). Molti operatori del settore hanno già ipotecato il futuro offrendo i loro servizi all’interno delle fiere più attrattive svolte in questi periodi. Altri stanno alla finestra a guardare la grossa mole di riforme che, molto probabilmente, investirà il comparto turistico-balneare.

  1. Quelli con maggiori interessi personali cercano ancora di unire le forze al fine osteggiare i provvedimenti europei ritenuti troppo penalizzanti.
  2. Quelli meno interessati (per quanto fruitori di certi servizi) assistono ai tavoli rotondi della politica, delle associazioni di categoria e delle scuole di formazione sotto l’occhio vigile degli imprenditori più influenti e attivi nel settore.

Ma perché bisogna cercarli quando non servono? Perché quella degli Assistenti Bagnanti (e dei loro Responsabili) è una delle categorie di lavoratori che, nonostante l’importante ruolo di responsabilità, continua a perdere la sua autorevolezza pur essendo coloro senza i quali gli stabilimenti balneari e le piscine non possono aprire al pubblico (tranne in specifici casi e con i relativi pericoli). La figura del Bagnino di Salvataggio, nel nostro Paese, ha seguito iter formativi e procedure di rilascio e rinnovo di brevetto tali da creare, su molte zone della costa italiana, schiere di bagnini/e minorenni capaci di seguire, durante l’orario di assistenza, soprattutto i social sul loro cellulare, incapaci d’intervenire in presenza di un arresto cardio circolatorio o di effettuare un soccorso in mare (con o senza mezzi di salvataggio).

A questo va aggiunto che:

  • i  mezzi nautici a loro disposizione per il soccorso in mare sono obsoleti e poco funzionali (pattini di salvataggio, rulli e salvagenti anulari capaci, anche, di procurare un trauma cranico se usati male;
  • le classiche operazioni di primo soccorso, nei casi più critici, non hanno una reale valenza se ad esse non si affianca (come sembra aver capito finalmente il legislatore) l’uso del defibrillatore (DAE) affiancato da un’adeguata e VERIFICATA formazione in presenza!

BISOGNA CERCARLI QUANDO NON SERVONO!

Come ogni anno, tornerà la primavera ed il famigerato mismatch esploderà con tutta la sua potenza e gli operatori turistici cercheranno, come al solito, di accaparrarsi “i meno peggio”. Ma un bagnino di salvataggio non può e non deve essere “il meno peggio” ma “il migliore“! Lui rappresenta la sicurezza nel posto in cui opera e la garanzia di tenere sotto controllo le disposizioni di sicurezza di carattere nazionale, regionale e comunale.

Dopo circa trent’anni di lavoro stagionale, vissuto coprendo più ruoli al suo interno, posso assicurarvi che i bagnini di salvataggio rappresentano un vero biglietto da visita per chi sceglie la vacanza al mare o presso strutture che puntano molto sulla balneazione in piscina. Tuttavia per avere un bagnino “presentabile” e realmente competente nel suo ruolo, è necessario con largo anticipo:

  • saperlo individuare (e non può farlo un FB ovviamente, né un direttore che non sa neppure nuotare)
  • trovare il modo di avvicinarlo alla propria attività! Come? Inutile girarci troppo intorno, un bagnino che lavora pochi mesi l’anno resta con te per i seguenti motivi: 1) se la retribuzione è adeguata ai tempi di lavoro (e se necessario con vitto e alloggio dignitosi) – 2) se l’inquadramento contrattuale è serio e gli consente di godere dei benefici garantiti dalla legge (contributi, indennità varie…) – 3) se il datore di lavoro, o chi per lui, ha un atteggiamento civile e collaborativo nei suoi confronti e le attrezzature e i mezzi necessari al tipo di lavoro richiesto sono adeguati 4) se ha la necessità di svolgere il suo lavoro in un determinato posto per motivi personali (motivo per il quale, spesso, accetta anche inquadramenti “al ribasso”) –  se ha una passione smodata per questo genere di lavoro.
  • motivarlo attraverso una formazione che va al di là di quella ricevuta durante il corso svolto per ottenere il brevetto (es: comunicazione, lingue straniere, soccorso avanzato, patente nautica…)
  • permettergli di conoscere in modo preventivo le caratteristiche dell’azienda con cui andrà a collaborare (compresa la tipologia di clientela), l’ambiente marino, acquatico e sociale in cui andrà ad operare.

NON OCCORRE SCOMODARE AGENZIE PER LA RICERCA DEL PERSONALE, È INUTILE!

Occorre affidare a persone capaci la ricerca, la selezione e la cura di questi lavoratori (anche quando non sono assunti e in servizio… la tecnologia lo consente!)  Sembrano attività semplici da svolgere, eppure manager e imprenditori stentano sempre ad investire tempo e risorse su questa figura nei periodi di chiusura al pubblico delle attività (preferiscono puntare su barman, camerieri, personale di cucina, animazione…) mentre potrebbero intercettare ragazzi/e impegnati temporaneamente in altre attività (studio, lavoro invernale) che tornerebbe utilissimi a ridosso della stagione lavorativa. Inoltre, renderebbero tutti più al sicuro durante l’attività, molto di più di quanto possano fare tanti addetti al “primo soccorso aziendale”, il più delle volte, demotivati e incapaci.

NON BASTA CERCARE PER TROVARE

Per TROVARE ciò che stiamo cercando, occorre sapere DOVE cercare e COME! La tecnologia ci permetterebbe di fidelizzare queste figure e formarle sempre meglio e invece la utilizziamo per corsi in FAD (Formazione A Distanza) che allontanano sempre più i ragazzi dalla capacità d’intervenire praticamente, con competenza e tempestività, calandoli realmente nel contesto lavorativo e relazionale. 

BISOGNA CERCARLI… ORA!

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