AMBIENTI ACQUATICI

Anche mare e piscine meritano ECCELLENZA

Quando si parla di turismo, di accoglienza turistica, di eccellenze e qualità dei servizi, si tende sempre a concentrare risorse ed investimenti nei soliti settori:

  • Ristorazione e servizi di Sala
  • Alloggi e Accoglienza
  • Vendita prodotti e servizi extra

Tuttavia, anche il mare e gli ambienti acquatici, che rappresentano una delle maggiori attrattive turistiche del nostro Paese, meritano di essere valorizzati! Come? Prestando maggiore attenzione alla salubrità degli ambienti naturali e alle acque di balneazione ma soprattutto, attraverso un’attenta selezione e un’adeguata formazione del personale destinato a lavorare in questi ambienti.

In Italia, possiamo evidenziare tre principali tipologie di turismo:

  1. CULTURALE
  2. BALNEARE
  3. MONTANO

a cui si aggiungono il turismo

  • di lavoro
  • scolastico
  • religioso
  • sportivo
  • del benessere
  • sanitario

Alcune domande sorgono spontanee:

  • se gli ambienti acquatici rappresentano una delle principali attrattive del nostro Paese, perché si continua ad investire prevalentemente su Food & Beverage, servizi di Vendita,  Accomodation e Accoglienza?
  • Se tutte le campagne pubblicitarie ed il marketing strategico delle aziende si concentrano sulla denominazione del prodotto MARE ITALIA, perché non dedicare al mare e agli ambienti acquatici maggiore attenzione e offrire un prodotto turistico ed esperenziale di reale eccellenza?

Su cosa è importante investire per raggiungere un obiettivo così ambizioso?

  1. Salubrità delle acque di balneazione.
  2. Strutture sicure e accoglienti
  3. Servizi efficienti.
  4. Mezzi nautici moderni e funzionali (per uso ludico-ricreativo e per il salvataggio in mare)
  5. Personale competente capace di interpretare un ruolo di grande responsabilità (sia in relazione all’aspetto ludico-ricreativo della clientela, sia in funzione all’attività di prevenzione, soccorso e salvataggio).

Gli assistenti bagnanti (bagnini di salvataggio) non sono gli unici ad avere responsabilità quando si gestisce un’attività concentrata sull’accoglienza turistica e sono presenti al suo interno ambienti acquatici balneabili. Sicuramente hanno il dovere di praticare un controllo costante durante gli orari di lavoro (considerate responsabilità di tipo civile e penale a cui sono soggetti). Tuttavia, ci sono tante altre figure che operano nelle strutture di ricezione turistica a contatto con gli ambienti acquatici che hanno grandi responsabilità:

  • componenti dello staff nautico delle compagnie di animazione;
  • istruttori di nuoto e di attività sportive ludico-ricretive svolte in mare o in piscina;
  • responsabili dei servizi di baby club.

Assumere, in prossimità della stagione estiva, ragazzi molto giovani per destinarli all’assistenza dei bagnanti o animatori inesperti (per quanto formati durante stage troppo brevi per garantire competenze operative), determina, fondamentalmente, 4 situazioni:

  1. atteggiamento non adeguato in riferimento al ruolo e al contesto;
  2. comunicazione non corretta nei confronti della clientela (ma anche dei colleghi di lavoro);
  3. evidente incompetenza durante lo svolgimento delle proprie mansioni lavorative;
  4. scarsa attitudine alla prevenzione e al primo soccorso.

Ma per puntare all’eccellenza possiamo fare 2 cose:

  1. con i più giovani, colmare quel gap che si crea fra la formazione ricevuta in aula (o in FAD) e la capacità di mettere in pratica certi insegnamenti una volta giunti sul posto di lavoro (la classica distanza fra teoria e pratica).
  2. con i più esperti, motivarli e tenerli aggiornati (spesso l’esperienza porta ad abbassare il livelli di attenzione e qualità e non esistono obbligatori retraining formativi per gli assistenti bagnanti nel nostro Paese… solo rinnovi di brevetti).

Un/a ragazzo/a che non ha mai lavorato prima (magari di 16 anni!), che ha conseguito un brevetto per svolgere la sua attività di assistente bagnanti, un istruttore nautico oppure un animatore, si troverà nelle seguenti situazioni:

  •  durante i mesi che precedono la stagione lavorativa, frequenterà stage formativi per essere introdotto nel contesto in cui sarà impiegato. Tanta teoria che si andrà ad aggiungere a tutta quella già studiata per ottenere le sue qualifiche… e pochissima (spesso nessuna) pratica in ambiente acquatico “affollato”!
  • privo di esperienza pratica ma con tanta voglia di far bene (e ovviamente di divertirsi!), sarà destinato ad una struttura turistica presso una località balneare del nostro Paese.

Già questi 2 semplici punti di osservazione, possono offrire all’imprenditore turistico lo spunto per migliorare l’offerta del proprio servizio in relazione alle attività svolte al mare e nelle piscine. Le caratteristiche e le difficoltà dei mari che bagnano alcune regioni (in particolare Sardegna e Sicilia e, soprattutto, in alcune zone) non sono le stesse che si possono incontrare in altre regioni (quelle, ad esempio, del versante adriatico). Le caratteristiche dei fondali, i venti dominanti, le correnti ed i moti ondosi in alcune località meritano più attenzione ed esperienza, soprattutto quando le attività nautiche vengono svolte da una moltitudine di turisti inesperti che tendono a sottovalutare i pericoli.

Quello che emerge dalle statistiche e dalle analisi relative alla gestione degli ambienti acquatici in ambito turistico-alberghiero, evidenzia una scarsa attenzione al personale impiegato (fra l’altro, sempre più difficile da reperire).

Il problema per questo tipo di lavoratori è più complesso di quanto possa sembrare: se un cuoco, un barista o un addetto all’accoglienza inesperto durante l’inverno può fare esperienza trovando, più o meno facilmente, un impiego, per un assistente bagnanti o un istruttore nautico la situazione è molto diversa. E così, a causa della stagionalità e della ridotta continuità lavorativa (solo una piccolissima percentuale di tutti i ragazzi e le le ragazze che lavorano in estate fra mare e piscine lavorano anche in inverno nello stesso settore), ogni anno molti di loro abbandonano e si assiste all’impiego di lavoratori sempre più giovani ed inesperti.

Tuttavia è necessario, soprattutto sulle spiagge di resort, alberghi e villaggi turistici, dove il numero dei bagnanti è molto elevato, investire qualche risorsa in più sui mezzi di salvataggio e soprattutto sulle competenze del personale impiegato.

Tutti coloro che operano a contatto con mare e piscine, devono conoscere i pericoli di questi ambienti, essere capaci di fare prevenzione e, nei casi più critici, d’intervenire (pur favorendo sempre allegria e divertimento). Per farlo e permettere anche a ragazzi/e molto giovani di offrire un ottimo servizio, è necessario dedicare loro attenzione, dal momento in cui vengono selezionati fino all’ultimo giorno di lavoro.

È inutile avere lo chef stellato, il maitre che in sala sposta pietanze e camerieri con gli occhi, il barman acrobatico o la modella in accoglienza esperta di comunicazione che conosce 5 lingue quando poi, in spiaggia e in piscina, abbiamo il ragazzetto di 16 anni che non riesce neppure a spostare un pattino di salvataggio, a vogare con mare agitato, a comunicare in modo corretto con un turista straniero (e spesso anche italiano!) o a tirar fuori dall’acqua neppure un bambino.

Il prodotto turistico MARE ITALIA ha bisogno di dipendenti capaci di operare negli ambienti acquatici con competenza assoluta, ben selezionati, formati e seguiti come in tutti gli altri settori dell’accoglienza. Solo così si potrà offrire un’accoglienza turistica d’eccellenza 360 gradi.

Esistono metodi e programmi molto efficaci per informare, formare, seguire e correggere i dipendenti che operano sulle spiagge e nelle piscine, anche quelli più giovani e meno esperti.

 

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