AMBIENTI ACQUATICI CURIOSITÀ

Arrivano sulle nostre coste le Bandiere Blu

Prima di ogni stagione estiva, nel nostro Paese ed in particolare presso i comuni rivieraschi, siamo soliti dibattere sulla qualità dei servizi turistici, balneari e sulle condizioni di “salute” dei nostri mari.

Tutti sperano nella prestigiosa assegnazione ma pochi sanno come arrivano sulle nostre coste le Bandiere Blu, quali sono i metodi di assegnazione ed il loro vero significato! 

Per quanto le caratteristiche dei mari siano fondamentali, da un’attenta lettura dei requisiti richiesti, emerge che sono “determinanti” tantissimi altri elementi.

Scopriamo insieme CHI si occupa delle assegnazioni ed IN CHE MODO

Tutto nasce dalla F.E.E. Fondation for Environmental Education (Fondazione per l’Educazione Ambientale), organizzazione internazionale non governativa e no-profit che ha sede in Danimarca. Le sue sedi sono presenti in ogni continente allo scopo di promuovere educazione ambientale, formazione e informazione sulla sostenibilità.

Si tratta di programmi a cui partecipano organizzazioni ben più titolate come l’ ONU, per mezzo di accordi validi in tutto il Mondo, attraverso due agenzie:

  1. U.N.E.P. (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente)
  2. U.N.W.T.O. (Organizzazione Mondiale del Turismo)

L’UNESCO, inoltre, riconosce la F.E.E. come leader mondiale per l’educazione ambientale e lo sviluppo sostenibile.

Preso atto di avere a che fare con veri colossi capaci di determinare le dinamiche politico-sociali di interi Paesi, torniamo ai nostri piccoli Comuni per capire come arrivano sulle nostre coste le Bandiere Blu.

Esiste il Programma Internazionale Bandiera Blu, ormai riconosciuto da turisti ed operatori, riferito alla sostenibilità delle offerte turistiche in ambienti marini e lacustri. In altre parole, la F.E.E. detta le linee guida per favorire attenzione e cura per l’ambiente.

Il Programma prevede continui aggiornamenti al fine di indurre le amministrazioni a provvedere, nei tempi giusti, alla risoluzione di problematiche che riguardano la gestione del territorio e la salvaguardia dell’ambiente.

Per pura curiosità, v’invito a leggere il questionario che le Amministrazioni certificano per ottenere            l’agognato riconoscimento.

Non mancano le critiche sulla gestione del Programma Bandiera Blu

In sintesi:

  • si partecipa all’assegnazione attraverso l’autocandidatura del Comune interessato con l’invio di un questionario debitamente compilato e allegando una serie di documenti a supporto;
  • decide l’esito una Commissione di Giuria (ma fanno parte di questa commissione gli stessi potenziali beneficiari del riconoscimento: assessorati al turismo, sindacati balneari e tanti altri);
  • i criteri di assegnazione pur essendo estremamente “vincolanti” sono basati su una “gratuita” autocertificazione ed una documentazione allegata, spesso, di difficile interpretazione e a rischio “mistificazioni”.
  • la F.E.E. non ha laboratori e strumenti per effettuare analisi ed è costretta a demandare questo lavoro alle ARPA regionali (con tempi e metodi tipici della nostra burocrazia).

Un’ organizzazione come la Fee che rappresenta organismi blasonati come ONU e UNESCO deve investire qualcosa in più su strumenti di verifica e trasparenza in modo da escludere dai criteri di valutazione potenziali conflitti d’interesse e mistificazioni della realtà. Cittadini e turisti hanno il diritto di sapere se queste bandiere sono davvero sinonimo di qualità dei servizi, rispetto e salubrità degli ambienti acquatici premiati.    

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