DOCTORBEACH

Perché ho scelto IL NOME doctorbeach

Perché ho scelto il nome doctorbeach? Vi racconto un piccolo aneddoto. Mi trovavo, come ogni anno in primavera, sull’arenile di una concessione demaniale. Mi apprestavo ad allestire uno stabilimento balneare per l’imminente stagione estiva.

Ero intento a prendere i punti di riferimento per la posa dei miei ombrelloni quando mi accorgo che accanto alla mia concessione c’era un ragazzo, di etnia africana, che si trovava nella mia stessa situazione ma, palesemente, con qualche difficoltà in più a causa della sua inesperienza. Giunse la sera, ed io avevo già montato alcune file di ombrelloni quando ad un tratto sento una voce provenire dalla concessione adiacente, a pochi metri da me: “Hey amico! Come fai tu a fare così preciso e veloce? Io già sbagliato due volte, tutto storto!” Mi volto e vedo la sua concessione con pochi ombrelloni montati… male per giunta.

Era Shamir, un ragazzo africano incaricato di montare gli ombrelloni nello stabilimento accanto al mio. Un ragazzo che manifestava una forza fisica ed una volontà invidiabili. Ma per lui, questa volta, non si trattava di usare solo la forza delle proprie braccia o eseguire gli ordini di qualcuno, come era abituato a fare.  Si era preso una “grossa responsabilità”! Aveva garantito al suo vecchio datore di lavoro di essere capace di montare una spiaggia e avrebbe dovuto farlo, anche in tempi piuttosto rapidi per non essere sostituito.

La situazione era fin troppo evidente: nessuna specifica competenza e scarsa manualità nell’uso degli attrezzi tipici del lavoro di spiaggia! Si avvicinò a me con molta gentilezza e nonostante le sue difficoltà nel parlare correttamente la mia lingua, rimase qualche minuto ad elogiare il mio operato, ad ammirare il mio lavoro, la precisione con cui stavo montando i miei ombrelloni. Non si precipitò a chiedermi aiuto e consigli ma lo fece con calma, timidezza, quasi con vergogna. Dietro il suo bellissimo sorriso si nascondevano la voglia e la necessità di portare a termine il suo lavoro.

Restai con lui fino all’imbrunire, insegnandogli ogni attività che potesse aiutarlo a svolgere un ottimo lavoro e nel minor tempo possibile, visto che ne aveva già perso tanto.

Ogni giorno al termine del mio lavoro, trovavo il tempo per insegnargli qualcosa di nuovo: dalla posa degli ombrelloni ai metodi più efficaci per la pulizia della spiaggia, dalla movimentazione delle attrezzature alle operazioni in mare più delicate. Capitò persino, un giorno, di renderlo partecipe di un intervento dprimo soccorso per una persona colpita da improvviso malessere.

Imparava in fretta, aiutato dalla sua enorme forza fisica e da una volontà incredibile. Quando non era sicuro di qualcosa, lo vedevo correre verso di me e chiedermi: “Amicooo, come fare a…”

Nonostante il mio stabilimento fosse almeno dieci volte più grande del suo, terminammo i lavori di montaggio nello stesso giorno. Ero soddisfatto del lavoro svolto sulla mia concessione ma lo ero ancora di più perché Shamir, col mio aiuto, aveva fatto altrettanto bene nella sua piccola concessione e soprattutto perché aveva posto delle solide basi per svolgere un nuovo lavoro.

Quella sera ero davvero stanco e avrei preferito evitare ulteriori insegnamenti lavorativi a Shamir ma anche quella sera mi chiamò. Lo fece però in un modo diverso, tanto che in un primo momento non risposi. “Hey doctorbeach! Amico doctorbeach vieni, un regalo per te”. Mi avvicinai e tirò fuori un ciondolo in cuoio, simbolo della sua riconoscenza per il tempo che gli avevo dedicato. Mi emozionò quel gesto ma la cosa che mi sorprese maggiormente fu la spiegazione di quel nome… doctorbeach.

Gli chiesi: “Perché mi chiami doctorbeach?” E lui sorridendo, col suo italiano impacciato mi disse: “Tu sei come dottore a cui pazienti vanno per risolvere problemi di salute, un bravo dottore sa cosa fare in ogni situazione e pure veloce!”. In altre parole mi vedeva come il dottore della spiaggia  capace di risolvere tutte le situazioni che capitano in questo contesto, con la “terapia” giusta per tutte le “patologie” che possono riguardare uno stabilimento balneare e le persone che lo frequentano.

Shamir è stato un amico sincero ed un collega di lavoro esemplare per due stagioni… poi si è trasferito in Francia, non ho avuto più sue notizie ma sono certo che sta bene mi ha lasciato un nome bellissimo, carico di amicizia, volontà e riconoscenza!

Ciao Shamir!

Tuo doctorbeach

 

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