La scienza tende a ridimensionare o non riconoscere come patologia quel malessere che, spesso, si manifesta dopo aver trascorso una vacanza o dei giorni di festa. Tuttavia, non è sempre facile e piacevole tornare alla propria routine quotidiana dopo aver “staccato la spina” per più di una settimana! Soprattutto se rientrare a casa o a lavaoro significa piombare nuovamente in ritmi frenetici e dinamiche stressanti.
E’ come se l’organismo riesca ad adattarsi, in brevissimo tempo, ad una condizione di benessere a cui non vuole rinunciare. Può anche capitare che il malessere si manifesti già durante gli ultimi giorni di vacanza, con nausea, irritabilità, accompagnato dalla sensazione di non voler lasciare un posto, delle persone o una situazione.
Generalmente, il ricordo della vacanza e delle persone con cui è stata condivisa (si perché sembra che la cosiddetta sindrome post vacanza colpisca molto meno i viaggiatori solitari) provoca una sofferenza associata ad un desiderio irrazionale ed incontrollato di accorciare i tempi che porteranno nuovamente a vivere quella situazione. Molto spesso (soprattutto a seguito di piacevoli vacanze), “istintivamente ed irrazionalmente”, si spera di ripetere l’esperienza nel medesimo posto e con le stesse persone, per di cullare l’idea di poter vivere nuovamente i piacevoli stati d’animo appena trascorsi.
Purtroppo, però, bisogna fare i conti con periodi più o meno lunghi distanti da viaggi, vacanze e spensieratezza. Risulta tanto semplice abituarsi al clima vacanziero quanto difficile tornare ai classici impegni della vita quotidiana e lavorativa. E allora subentrano:
- difficoltà di concentrazione
- malinconia
- irritabilità
- disturbi del sonno
- apatia
- cattiva alimentazione
- stanchezza
- ossessione di restare agganciati in qualche modo ad una situazione ormai conclusa
Naturalmente lo stato d’animo è ancora più “negativo” per coloro che vivono situazioni difficili a lavoro, in famiglia o in società. Per loro quel periodo di spensieratezza e rottura degli schemi rappresentava la formula magica del benessere.
Ma i casi possono essere tanti e diversi. Per esempio, non solo chi è reduce da una bellissima vacanza si può trovare a rimpiangerla! Chi aveva riposto troppe aspettative in una vacanza ed è rimasto deluso, sarà invaso da sentimenti come la rabbia e l’angoscia per aver sprecato tempo e denaro inutilmente. La sua esperienza fallimentare potrebbe portarlo ad avvertire maggiore stanchezza fisica e mentale rispetto a quando era partito (e il desiderio di ripartire per altre mete o con altre persone sarà altrettanto forte e difficile da gestire).
È molto elevata la percentuale di popolazione che si trova a vivere in questa terra di mezzo al rientro dalle vacanze!
Nei casi più critici e duraturi, secondo molti psicologi, la sindrome post viaggio non è altro che un campanello d’allarme per una depressione latente che richiede, nella maggior parte dei casi, un approccio psicoterapeutico. In tutti gli altri casi, è destinata a scomparire in breve tempo. Tuttavia, per quanto breve, il periodo di malessere può rivelarsi molto intenso e fastidioso, per chi lo vive e per le persone che gli sta accanto.
COSA CONSIGLIA UNA PARTE DELLA COMUNITÀ SCIENTIFICA?
La parola d’ordine deve essere: DINAMICITÀ, rivolta alla vita pratica e all’attività fisica ma anche alla propria vita interiore. Evitare assolutamente di subire passivamente gli effetti di questo stato emotivo. Anzi, prendere spunto da esso per migliorare le proprie attività sociali e fare luce sulle proprie esigenze personali spesso trascurate o non valutate (respingere la potenziale depressione con energia e decisione per non consentirle di attaccarci!)
PRESTATE ATTENZIONE ALLE SEGUENTI ATTIVITÀ:
- sonno, quantità/qualità. Per tutti coloro che affrontano viaggi piuttosto distanti dalla propria residenza, il Jet Lag può rivelarsi un elemento piuttosto condizionante. A tal proposito è opportuno riabituarsi al proprio fuso orario cercando di dormire possibilmente negli stessi orari della vacanza e di tornare gradualmente in pochi giorni alla normalità;
- evitare l’uso di bevande alcoliche o eccitanti. Rendono più difficoltoso riadattarsi alla routine compromettendo le ore di riposo;
- non rientrare in prossimità degli impegni. E’ assolutamente consigliato rientrare qualche giorno prima di tornare a lavoro. Vi permetterà di abituarvi nuovamente alla vita di sempre senza subire il trauma del cambiamento. Può essere d’aiuto comunicare con qualche collega di lavoro nei giorni prima del rientro al fine di riavvicinarsi mentalmente e gradualmente al proprio contesto lavorativo;
- praticare esercizio fisico e mantenersi attivi socialmente e psicologicamente. E’ noto che l’esercizio fisico stimola la produzione di molecole che migliorano il buon umore ma anche alcune attività meno impegnative possono rivelarsi molto utili: ⇒ trovarsi con gli amici a cena, per un aperitivo o un caffè e condividere le proprie esperienze, ⇒ dedicarsi a se stessi con più attenzione ed impegno, regalandosi momenti di benessere, riflessione e meditazione che posso far capire meglio quali sono le reali esigenze e aspettative nella propria vita (ritagliare del tempo da dedicare alle proprie passioni), ⇒ programmare eventuali attività formative (corsi di lingue, di fitness, di fotografia…), ⇒ organizzare una futura vacanza (nello stesso posto o altrove, coinvolgendo persone che ci fanno stare bene durante il tempo libero o da soli) può distogliere dallo stress del lavoro quotidiano e rendere più gestibili gli impegni, assaporando poco a poco i momenti di relax e divertimento che arriveranno.
- approfondire con obiettività e spirito critico le dinamiche relative alla vacanza appena trascorsa. Vi permetterà in molti casi di essere più obiettivi sull’esperienza vissuta, di comprendere che la vita è fatta di vacanze ma anche di impegni personali e che sarà più gratificante “guadagnarsi” una nuova vacanza.