È molto semplice! Già intorno al 50 a.C. il filosofo Plutarco ci suggerì la risposta alla domanda “Perché abbiamo due orecchie ma una bocca sola?”. Risposta: “…perché dobbiamo ascoltare di più e parlare di meno“. Potrebbe sembrare una battuta ironica ma il famoso filosofo aveva già individuato l’importanza di un aspetto che avrebbe caratterizzato la vita delle comunità sociali di tutto il mondo e condizionato la loro convivenza: la comunicazione e i tempi del discorso.
Si tratta di due azioni che coinvolgono tantissimi altri aspetti della vita di una persona, capaci di favorire o meno eventuali successi. Ecco spiegato perché abbiamo due orecchie ed una bocca sola! Perché sin da bambini dovremmo essere educati all’ascolto e poi alla parola. Se ci pensate bene, anche la natura, tacitamente, ha voluto darci le sue indicazioni: nasciamo con la facoltà di ascoltare non di parlare, impariamo a parlare solo dopo aver ascoltato tanto!
Tuttavia nonostante la natura e gli antichi filosofi ci abbiano indicato la via da seguire ed il progresso ci ha consentito di ampliare notevolmente le potenzialità dei nostri linguaggi, il nostro pianeta rischia di essere abitato da comunità di persone omologate nell’aspetto, nei modi di fare e, purtroppo, anche nei modi di comunicare. In altre parole, persone aride, prive di genialità e fantasia simbolo di una preoccupante involuzione umana e perdita di valori; persone concentrate esclusivamente sul sostegno di modelli standardizzati che rimandano esclusivamente al successo, al potere personale ed economico. Valori che ci inducono a trascurare l’aspetto comunicativo e umano a favore di comportamenti scorretti e deleteri sotto numerosi punti di vista.
Oggi, sempre di più e a tutte le età, ci accontentiamo passivamente di:
- scorrere compulsivamente e frettolosamente le schermate dei nostri telefonini senza fermarci più a “leggere” ed approfondire gli argomenti;
- parlare di ogni cosa anche quando non conosciamo gli argomenti o siamo in possesso di semplici nozioni (neppure verificate!);
- inchiodare i “nostri” bambini su schermi animati anche quando avremmo il tempo per parlare con loro;
- essere guidati politicamente da persone incapaci di coerenza e onestà personale ed umana, dotati di una comunicazione contraddittoria e incomprensibile;
- lavorare a contatto con persone prive di empatia, rispetto e considerazione nei nostri confronti senza neppure provare a trovare un punto d’incontro;
- utilizzare il tempo libero in cui stiamo insieme, curvi sui telefonini e avvolti da un inquietante silenzio.
E nonostante tutto questo, ci permettiamo di “parlare-parlare-parlare”, essere irascibili senza prima ascoltare e senza conoscere neppure la persona che abbiamo di fronte o l’argomento di cui parliamo. È distruttivo!
Come affermano molti studiosi del comportamento umano, il vero successo personale è contenuto nella propria credibilità, a tutti i livelli della vita umana. Le mistificazioni e le falsità alla lunga finiscono per essere smascherate e quando non capita, costringono alcuni a vivere quotidianamente indossando una maschera al fine di raggiungere determinati obiettivi, calpestando la propria e l’altrui dignità.
Occorre essere se stessi per essere credibili, sapersi relazionare con educazione e cortesia per essere accettati e rispettati. Sono cose semplici, disponibili ad ognuno di noi, che non costano nulla. Ognuno di noi rappresenta un “unicum”, a prescindere dalla propria cultura o estrazione sociale. La comunicazione, sia essa scritta o verbale, non è una prerogativa delle persone colte o intelligenti. È una facoltà che tutti hanno, ognuno di noi possiede una parte che merita di essere capita. Capita… proprio questo è il punto! Dobbiamo imparare a capire e a farci capire. È l’unico modo per limitare incomprensioni, equivoci, mistificazioni, supposizioni e fraintendimenti nei rapporti sociali.
Plutarco definiva la capacità di saper ascoltare un’arte attraverso la quale poter giungere alla conoscenza. Un’arte che stiamo smarrendo contagiati sempre più dalla virus della velocità e dell’approssimazione. È il più grande paradosso della nostra società: tutti vogliono parlare ma nessuno è disposto ad ascoltare. In qualunque contesto dovessimo trovarci a parlare con qualcuno, dovremmo per prima cosa:
- non lasciarci condizionare dai preconcetti verso quella persona e ciò che ha da dirci;
- ascoltare con attenzione e curiosità ma anche spirito critico;
- essere educati e cortesi nel dialogo rispettando i tempi del discorso senza prevaricazioni (fisiche e verbali);
- utilizzare un linguaggio comprensibile e rispettoso del nostro interlocutore;
- parlare di ciò che conosciamo senza inganni, restando sempre se stessi e rispettando sempre le opinioni contrastanti (pur senza condividerle).
Saper parlare e scrivere spesso vengono considerate qualità innate ma vi assicuro che non è proprio così. S‘impara tutto se si vuole, a scrivere come a comunicare correttamente, basta applicarsi ed iniziare da piccoli. Ricordo ancora le parole dei miei genitori quando ero bambino:
- parla correttamente in italiano (possibilmente senza dire parolacce… e se proprio ti capita di dirle, “cerca di non essere volgare e offensivo”);
- ascolta prima di parlare e quando qualcuno ti sta parlando aspetta sempre che termini di esprimere il suo concetto prima di rispondere;
- prima di parlare con qualcuno di qualcosa in particolare, preoccupati di conoscere bene l’argomento;
- leggi più che puoi e impara a scrivere correttamente.
Sicuramente gli studi liceali classici mi hanno aiutato a sviluppare certi argomenti e a capire meglio il significato e l’importanza delle parole ma gli insegnamenti dei miei genitori li ho sempre portati con me, cercando di renderli funzionali alla mia vita, alle mie passioni, al mio lavoro. Spesso ci sono riuscito, talvolta meno. Tuttavia ritengo siano elementi troppo importanti per essere trascurati.
Saper ascoltare presuppone una certa dose di umiltà ma nello stesso tempo, come diceva il famoso filosofo/scienziato Leonardo Da Vinci, rappresenta “l’unico modo per possedere, oltre al proprio, anche il cervello degli altri“.
Fra l’altro, come afferma lo psichiatra Eugenio Borgna “saper ascoltare significa essere gentili al fine di capirsi…“ per questo le persone gentili sono più belle ed utili al mondo!