L’ approssimazione e la scarsa conoscenza stanno mettendo in crisi l’intero ecosistema marino. Basterebbero piccoli gesti per salvare il mare.
Stiamo trascurando la nostra salute e quella delle future generazioni!
Siamo artefici di un consumismo sfrenato di prodotti e servizi senza tener conto dell’impatto distruttivo sulla natura e sulla salute delle popolazioni. La natura chiede aiuto e noi facciamo finta di non sentire!
Possiamo rallentare questa folle corsa e dedicarci con piccoli gesti a salvare il mare, attraverso azioni a cui diamo poca importanza ma che possono fare la differenza.
Le strategie di marketing che subiamo, sono finalizzate ad un consumismo di massa incontrollato, hanno un effetto dopante e determinano acquisti h24 a vantaggio di potenze economiche prive di scrupoli. E noi? Noi compriamo e consumiamo più di quanto occorra, assolviamo l’ingrato compito di pagare per avvelenare la nostra terra e i nostri mari grazie agli scarti di acquisti spesso inutili e compulsivi.
Poniamoci un domanda: dove e come viene smaltita questa immensa quantità di materiali, per lo più chimici e sintetici?
Premessa: la vita di ognuno di noi NON può prescindere dal rapporto con la natura.
Per rendere più consapevoli le nostre azioni, può essere utile conoscere la differenza fra prodotto biodegradabile e non biodegradabile:
- biodegradabile: si tratta di un prodotto che, grazie alla presenza in natura di un determinato batterio, può essere decomposto e riassorbito dalla natura.
- non biodegradabile: si tratta di prodotti sintetici, plastica in primis (ad esclusione delle bio-plastiche), per i quali non esiste forma batterica in natura capace di elaborare enzimi per la loro decomposizione (e quando essa avviene è solo per effetto di abrasioni o di fenomeni naturali: sole, vento…).
Assumere comportamenti tali da evitare dispersioni nell’ambiente di materiali inquinanti equivale a combattere una battaglia fatta di piccoli gesti per SALVARE IL MARE!
Segue un’elenco di oggetti di largo consumo comunemente abbandonati ed i relativi tempi di degradazione.
L’intero ecosistema marino si sviluppa attraverso dinamiche molto complesse e delicate. La loro compromissione attraverso l’inquinamento incontrollato, mette a rischio la sua e la nostra salute (anche a causa di un’ alimentazione a base di prodotti ittici contaminati).
2 comments
Secondo me per poter salvare il mare si dovrebbe iniziare con il dare l educazione ai bambini… è da bambini che si impara il rispetto di persone, cose ecc… ma si dovrebbe insegnare anche a rispettare l ambiente in cui vivono, che sia mare, lago, Fiume, campagna e montagna… riguardo chi vorrebbe aprire in attività balneare, a parer mio bisognerebbe fare dei veri e propri corsi che riguardino proprio il rispetto dell ambiente che sta andando ad affittare o comprare per questo genere di attività… se il padrone dello stabilimento non rispetta le regole che gli sono state insegnate durante il corso la concessione non gli dovrebbe più essere data o almeno tolta per un po’ di tempo, dandola a un altra persona; dopo tutto la punizione migliore e non far fare soldi a queste persone, perché gli si toglie il pane… buona serata a tutti😊
Solo se educhiamo/formiamo i bambini salveremo il Mondo!