COACHING CURIOSITÀ

NON GIUDICARE SENZA AVER PRIMA VALUTATO

Ognuno di noi Inizia a fare i conti con il giudizio e la valutazione sin dalla nascita. Queste due azioni ci accompagneranno durante tutto il corso della vita, fino all’ultimo dei nostri giorni. Spesso saremo noi a giudicare e valutare i nostri simili, altre volte saranno loro a farlo nei nostri confronti. Non ci faremo mancare neppure le autovalutazioni!

DIFFERENZA FRA GIUDIZIO E VALUTAZIONE E PERCHÈ IL GIUDIZIO NON DOVREBBE MAI PRECEDERE LA VALUTAZIONE 

Cercherò di essere molto chiaro:

  • il GIUDIZIO è un’azione con più variabili e con un potenziale di “tossicità” estremante maggiore rispetto alla VALUTAZIONE. Non a caso, si accompagna molto spesso con un’altra azione la cui tossicità è anche maggiore: il PREGIUDIZIO. Quando ci lasciamo sedurre dal giudizio e dal pregiudizio, rischiamo di intossicare le nostre relazioni, con convinzioni personali che non hanno nulla di aderente alla realtà (sono presenti solo nella nostra testa!). A scuola, sul lavoro, in ambito sportivo… è sempre opportuno che il giudizio arrivi dopo un’attenta valutazione. Solo allora potrà essere un giudizio credibile ed oggettivo.

Il giudizio dovrebbe rappresentare l’atto finale (talvolta intermedio, quando si affrontano step formativi) di un percorso fatto di valutazioni. Non è corretto emettere un giudizio senza aver fatto prima le opportune valutazioni (indagini, ricerche, approfondimenti, analisi, verifiche…), è un’azione che evidenzia presunzione, arroganza e superficialità.

Ci sono casi in cui è necessario emettere un giudizio in tempi molto brevi (es.: durante la selezione di risorse umane), tuttavia, anche in quei casi, il giudizio DEVE arrivare solo dopo che il selezionatore ha effettuato, seppur in tempi molto rapidi, i suoi step di valutazione.

Ma voglio essere ancora più chiaro: per non cedere alla tentazione di  “giudicare ante valutazione”, è necessario conoscere gli effetti della tossicità di questo genere di giudizio (o pregiudizio).

A tutti capita, almeno una volta nella vita, di essere giudicati per una caratteristica del proprio aspetto, del carattere, del modo di relazionarsi… da persone che si trovano nella posizione di favorire o rallentare il nostro processo di crescita (in ogni settore della vita). È proprio questo l’elemento di tossicità più pericoloso presente nel giudizio!

In presenza di un proprio simile, ognuno tende a sviluppare reazioni soggettive e differenti, dettate dalle sensazioni che questa persona “naturalmente” ci trasmette (determinate dal modo in cui gestisce i suoi canali di comunicazione e la sua immagine). È molto pericoloso il rischio di giudicare una persona che non conosciamo (o conosciamo appena) solo in riferimento a quelle sensazioni.

IL GIUDIZIO IN AMBITO LAVORATIVO

In ambito lavorativo, un giudizio affrettato nei confronti di un dipendente, istintivo e privo di elementi di valutazione, potrebbe indurre a “scartare” una risorsa che, in relazione alla produttività, potrebbe risultare estremamente utile. Troppo spesso si prediligono persone divertenti e compiacenti ma improduttive (incapaci!) rispetto a persone poco divertenti e compiacenti ma estremamente produttive.

Ma anche qui entriamo in un terreno molto scivoloso all’interno del mondo del lavoro, in cui il merito fatica ancora a trovare una collocazione. 

Il giudizio senza valutazione è una dichiarazione soggettiva che esalta proprio il PREGIUDIZIO (quel surrogato del giudizio che induce molte persone a rilasciare affermazioni senza aver mai conosciuto, nello specifico, l’argomento o la persona in oggetto). Giudicare una persona prima di poterla valutare e pretendere di avere la verità in tasca ancor prima di conoscerla, è un atteggiamento che denota una grossa superficialità nella gestione delle relazioni umane e sociali.

Non è mai opportuno stabilire a priori se una persona è valida o meno sulla base di una personale convinzione, frutto dei nostri ragionamenti e di una chiusura mentale che porta a vedere nel nostro interlocutore quello che NOI vogliamo vedere, non quello che realmente è. In questo tipo di giudizio, è insito un atteggiamento ostile, negativo, poco propenso alla comprensione, alla condivisione e alla crescita comune.

PERCHÈ AMO LE VALUTAZIONI 

Perché sono più “oneste”! Se vengono fatte correttamente, attenendosi a dati di fatto e risultati… e non a sorrisi, aperitivi e pacche sulle spalle. Un lavoratore competente, non dovrebbe mai temere di essere valutato e, di conseguenza, giudicato!

  • La VALUTAZIONE ha un’altra genesi rispetto al giudizio. Anche gli effetti sono diversi! Non si riferisce a pareri soggettivi o mutevoli in base all’umore, bensì a dati di fatto. Per valutare una persona, c’è bisogno di metterla alla prova (direttamente o indirettamente), di vederla all’opera, di analizzare i suoi successi, il modo di reagire alle sconfitte, la sua capacità di resilienza e tanto altro.

Troppo spesso, il mondo del lavoro inciampa nelle trappole del giudizio e del pregiudizio! A pagarne le spese sono quei lavoratori che, ahimè, hanno subìto un giudizio privo di fondamento o, ancora peggio, un pregiudizio (che, fra l’altro, stando a quanto affermano le scienze psicologiche, evidenzia l’insicurezza del selezionatore o del valutatore).

E allora:

  • EVVIVA la valutazioni svolte nei modi e nei tempi giusti!
  • EVVIVA i giudizi rilasciati a seguito di corrette valutazioni!
  • ABBASSO i giudizi rilasciati senza aver fatto prima le dovute valutazioni!
  • ABBASSO i pregiudizi, sempre!

Articoli correlati

Leave a Comment