C’è sempre una perversa tendenza della classe politica e di tutti coloro che se ne servono per mantenere immutati certi privilegi, a navigare in un mare fatto di controversie, compromessi e contraddizioni. Tutto ruota intorno ad interessi corporativi ed economici che si cerca in tutti i modi di far apparire come attività svolte per il bene della comunità! Tuttavia, nonostante gli specchietti, sembra che le allodole si stiano estinguendo e di fronte alle evidenti carenze di certi servizi pubblici, molti iniziano a comprendere l’incapacità manageriale di imprenditori, manager e istituzioni.
Ancor peggiore, risulta l’azione di tutti coloro che operano nel medesimo settore che escludono, a priori, eventuali e possibili collaborazioni pur di continuare a coltivare il proprio “orticello”. Tutto si traduce in una guerra d’interessi si varia natura, con persone che ⇒ quando hanno l’opportunità di “cavalcare l’onda” della corrente politica dominante, si battono per l’inserimento di norme che possano tutelare le loro attività imprenditoriali; ⇒ quando, invece, si trovano a dover subire una linea di governo contraria ai loro interessi, sono capaci di rinnegare anche il loro stesso cognome e battersi per cause fino a quel momento mai considerate. All’interno di questo continuo e stucchevole balletto, fatto di accuse e recriminazioni, s’inserisce la vita di ognuno di noi, anche quando siamo in vacanza!
LA VIGILANZA SULLE SPIAGGE
È di qualche giorno fa un articolo sul quotidiano d’Abruzzo il Centro (DOMENICA 23 Febbraio 2025) in cui il presidente del Sindacato Italiano Balneari Abruzzo, ringrazia pubblicamente il ministro Salvini e quei parlamentari che, a suo dire, avrebbero concesso (testuali parole), “una boccata d’ossigeno al settore dei bagnini di salvataggio”. Come? Lasciando, sostanzialmente, tutto com’è!
UN PASSO INDIETRO
La Lega si era già distinta, appena qualche anno fa, grazie al vicepresidente del Senato della Repubblica Italiana Gian Marco Centinaio che, con i suoi voli pindarici sulla semantica delle parole “bene” e “servizio”, si lanciò in una sterile difesa d’ufficio della categoria degli imprenditori balneari (politicamente necessaria per ringraziare il suo elettorato). In sintesi, arrivò a definire gli stabilimenti balneari dei “beni” e non dei “servizi” e pertanto non assimilabili alla Direttiva Europea Bolkestein che da anni ci sanziona per irregolarità nella gestione del comparto demaniale. Ci sanziona per tante ragioni ma una potrebbe bastare per dirimere ogni controversia in campo: il mancato rispetto del principio di libera concorrenza e parità di trattamento per i cittadini di fronte all’assegnazione di un bene di proprietà dello Stato (concessione demaniale marittima ad uso imprenditoriale e turistico). Ma questa è un’atra storia, ancora troppo lontana dalla sua conclusione. Noi nel frattempo continuiamo a pagare e prorogare!
UNA BOCCATA D’OSSIGENO PRIMA DI ANNEGARE
Perché turisti e cittadini dovrebbero gioire e ringraziare Salvini?
⇒ Perché il suo Governo dopo aver emesso, pochi mesi fa, un Decreto Legislativo (n°85/2024) per riformare la categoria dei bagnini di salvataggio torna sui suoi passi e stabilisce la solita proroga per consentire, in definitiva, di lasciare le cose come stanno? Solo in Abruzzo, ad un migliaio di bagnini (dei quali circa la metà minorenni) lavoreranno ancora un’estate con le dinamiche ritenute dagli stessi esponenti politici inaccettabili fino a qualche mese fa.
⇒ Perché i bagnini di salvataggio potranno guadagnare qualcosa al termine dei loro impegni scolastici o prima di ricominciare con quelli universitari? Come se l’attività di assistenza al mare e nelle piscine fosse un passatempo retribuito (non l’attività di un soccorritore professionista con grandi responsabilità ed in possesso di “eccellenti” competenze operative negli ambienti acquatici).
⇒ Perché i Maestri di Arti Marinaresche e gli Istruttori di Nuoto per Salvamento (gli attori deputati alla formazione dei bagnini delle varie didattiche) restano arroccati su posizioni da cui emergono interessi economici e politici evidenti senza riuscire a trovare punti d’incontro per il bene comune e dell’intero comparto?
⇒ Perché si parla di tutto tranne che di sicurezza mentre sulle spiagge restano attrezzature, mezzi nautici e presidi medici per il soccorso antichi, inadeguati e inefficienti?
⇒ Perché in Italia abbiamo circa 15mila concessioni demaniali ad uso turistico e ogni anno vengono rilasciati, dalle varie scuole di formazione, circa 15mila brevetti (OGNI ANNO!!!) a ragazzi che vivono l’esperienza come un “passatempo retribuito”? Abbiamo più bagnini che medici sparsi sul nostro territorio!
⇒ Perché nessuno politico a partire dal ministro del Turismo (e coinvolgendo le Capitanerie di Porto) non evidenzia la necessità di organizzare un corpo parastatale (visto che opera su beni dello Stato) capace, realmente, di fare prevenzione soccorso e salvataggio nel rispetto di Ordinanze di Sicurezza Balneare aggiornate, impiegati per meriti e dopo attente verifiche sulle loro capacità trasversali?
⇒ Non credo che ci siano tanti motivi per gioire e fare ringraziamenti. I posti di lavoro per i bagnini di salvataggio tanto sbandierati e che consentiranno alle imprese turistico-balneari di ri-aprire, dovrebbero essere simbolo di professionalità, competenza e capacità operativa… Altrimenti resterà solo una boccata d’ossigeno prima di annegare!