Solo imparando a riconoscere la differenza fra pericolo e rischio, riusciremo ad evitare situazioni spiacevoli. Premesso che qualsiasi attività umana presuppone una percentuale di rischio e che il “rischio zero non esiste“, è possibile aumentare le percentuali della nostra sicurezza. Come? Semplicemente facendo una valutazione! Possiamo fare in modo che ciò che è pericoloso non diventi rischioso e, ancor più, non si trasformi in danno, infortunio o morte. I primi insegnamenti che un adulto rivolge ad un bambino vertono proprio su questo argomento. Si cerca di trasmettere la capacità di valutare i pericoli ed evitare quelli che possono trasformarsi in rischi o danni più o meno gravi. Poi dall’infanzia si passa all’adolescenza, un’età in cui ogni attività umana tende al libero arbitrio, un’età in cui si inizia a decidere in autonomia se “compiere o non compiere” determinate azioni. A quel punto se gli adolescenti hanno avuto insegnamenti e modelli efficaci saranno più schermati di fronte alla valutazione dei pericoli (cosa che non li sottrae da eventuali situazioni spiacevoli), anche quelli con il carattere più audace! Imparare a riconoscere la differenza fra pericolo e rischio non limita le azioni di una persona ma consente di svolgerle seguendo dinamiche meno rischiose.
PRUDENZA E PAURA
In una società in cui i valori più esaltati sono la ricchezza, il potere, il lusso, la forza fisica… corriamo il rischio di far credere ai nostri ragazzi che la prudenza sia un sotto-valore, un atteggiamento poco “coraggioso” e tipico di chi ha paura. In realtà la paura è una reazione naturale in ognuno di noi, un’emozione primaria di base comune a tutti gli esseri viventi e che rappresenta l’elemento che ci allerta e protegge di fronte ad un potenziale pericolo.
Molto spesso, durante le docenze dei miei corsi di formazione, mi trovo ad approfondire questi argomenti estendendo il loro significato anche a settori non prettamente lavorativi. Un modo per rendere più sicuri tutti i contesti della vita.
In fondo si riduce tutto ad una valutazione che ognuno di noi può fare sempre e in ogni situazione. Per farla, però, è necessario capire bene il significato e l’importanza delle due parole.
COS’È IL PERICOLO
È una condizione “oggettiva” dalla quale potrebbe derivare un danno per un individuo. In altre parole è la proprietà intrinseca e potenziale di un oggetto, un ambiente, un macchinario, un essere vivente di poterci arrecare un danno (trauma, lesione, morte).
COS’È IL RISCHIO
È una situazione che deriva dalla scelta volontaria di un individuo di mettersi in una situazione che potrebbe causare un danno (a se stesso o ad altri). In altre parole, è un pericolo che decidiamo di trasformare in rischio (ed eventuale danno!)
Siamo solo noi a decidere, al netto di eventi straordinari e imprevedibili, quando consentire ad un pericolo di trasformarsi in rischio e ancor più in danno. In altre parole, un pericolo può restare tale e non arrecare danni mentre un rischio comprende sempre la potenzialità del danno (che può verificarsi o no in relazione a varie dinamiche).
Esistono tantissimi tipi di rischio e di pericolo ma voglio chiarire il concetto fondamentale in modo semplice, riferendomi come sempre agli ambienti acquatici e alle attività più comuni svolte all’interno degli stabilimenti balneari, affinché ognuno potrà ragionare sulle proprie azioni e renderle consapevoli e prudenti. Ecco alcuni esempi molto chiari:
Lo squalo (il terrore dei mari):
- è un PERICOLO in quanto conosciamo tutti le sue potenzialità offensive nei confronti dell’uomo (una capacità intrinseca dell’animale di arrecare danno) ma rimane tale e non arreca danno all’uomo nel momento in cui quest’ultimo non invade il suo ambiente naturale in modo sconsiderato.
- è un RISCHIO nel momento in cui decidiamo di frequentare, senza precauzioni, il suo ambiente naturale (che non è il nostro!) e sfidare la sua potenza ed il suo istinto di eccellente predatore.
Se sono consapevole che lo squalo è un pericolo, e mi trovo di fronte ad un mare in cui la sua presenza è nota e dimostrata, posso fare 2 cose:
- non entrare in mare = ANNULLO IL RISCHIO, nessun rischio per la mia incolumità perché il PERICOLO resta tale senza arrecarmi danno;
- entrare in mare con le dovute precauzioni (gabbie di protezione…) = RISCHIO POSSIBILE in quanto la concomitanza di eventi sfavorevoli potrebbe arrecarci un danno (rottura gabbia…);
- entrare in mare senza alcuna precauzione, in alcuni casi attirando anche la sua attenzione (surfisti, sub…) = RISCHIO PROBABILE o, nei mari in cui la presenza di specie di squali molto aggressive, RISCHIO MOLTO PROBABILE.
La percezione del rischio dipende dalla capacità di autovalutazione delle proprie capacità fisiche, psicologiche, tecniche… per questo non può esistere il rischio zero ma solo un’attitudine ad agire con prudenza di fronte ai pericoli.
ALTRI ESEMPI DI PERICOLO/RISCHIO/DANNO
- il mare in tempesta è un pericolo per chi vuole fare il bagno. Diventerà un rischio dal momento in cui decideremo di sfidarlo. La probabilità che questo tipo di rischio si trasformi in danno è generalmente molto elevata.
- un pasto molto abbondante può rappresentare un pericolo per chiunque (soprattutto in particolari condizioni climatiche). Diventa un vero e proprio rischio se dopo averlo consumato decidiamo di fare sforzi intensi o tuffarci in un mare freddo e agitato. I danni potrebbero essere fatali.
- il sole stesso può essere un pericolo che diventa rischio dal momento in cui esponiamo la nostra pelle e per un tempo molto prolungato ai suoi raggi. I danni derivanti possono essere anche gravi.
Potremmo scivolare in un discorso filosofico in cui tutto può essere pericoloso e soltanto l’intelligenza e la sobrietà dell’individuo può evitare il rischio e ancor più il danno. Allora facciamo i modo di essere intelligenti e sobri di fronte ai pericoli, preserviamo la nostra e l’altrui incolumità, facciamo prevenzione e tuteliamo la qualità della vita senza sfidare la sorte!