COACHING PREVENZIONE

Quando il CONTROLLO diventa TOSSICO

Tutte le attività imprenditoriali si sviluppano attraverso dinamiche aventi un comune denominatore: il CONTROLLO. Non esiste manager o imprenditore che nello svolgimento della sue funzioni non dedichi parte del suo tempo a verificare e controllare con attenzione l’andamento della strategia messa in campo per la sua azienda.

Le attività di controllo, estremamente importanti, hanno lo scopo di valutare costantemente gli effetti delle scelte fatte, correggere in corso d’opera eventuali errori, porre rimedio agli esiti negativi di errate valutazioni sulla scelta di alcune risorse umane impiegate.

In particolare quando le aziende sono grandi e ben strutturate ed il numero dei servizi offerti è elevato, diventa difficile controllare il loro andamento. È necessario, pertanto, ricorrere a strategie che possano consentire all’imprenditore di turno (colui che impiega il suo denaro per tenere aperta l’attività e che si fa carico del rischio d’impresa) di essere aiutato al fine di mantenere sempre elevati gli standard qualitativi della sua azienda.

Si tratta di figure (dirigenti, preposti, capi settore/reparto/area…) che svolgono ruoli prevalentemente operativi e caratterizzati da:

  • attività di programmazione del lavoro
  • controllo dell’attività lavorativa
  • riduzione dei costi nell’area di competenza
  • selezione e coordinamento di risorse umane

Sono sufficienti queste quattro attività per capire il ruolo primario che assume il controllo nei processi lavorativi. Proprio per questo, è doveroso fare attenzione a certe scelte!

L’IMPORTANZA DI SCEGLIERE BENE UN ADDETTO AL CONTROLLO

La scelta di affidare ad un dipendente il ruolo di responsabile, può condizionare in modo determinante l’attività aziendale, in positivo ma anche in negativo. Si tratta di quelle figure che dovrebbero rappresentare l’anello di congiunzione fra la managerialità dell’azienda e la sua forza lavoro operativa. Un capo settore preparato e rispettoso delle direttive aziendali rappresenta il valore aggiunto della strategia messa in campo dai suoi manager. Invece, un capo settore incapace e privo delle caratteristiche umane e professionali richieste per quel ruolo, può rappresentare un ostacolo per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti.

QUANDO IL PROBLEMA DEGLI INCARICHI SBAGLIATI DIPENDE DA UNA ERRATA ATTIVITÀ MANAGERIALE

Purtroppo nel nostro Paese è ancora molto diffusa la tendenza ad assumere lavoratori non tanto per le loro capacità quanto per:

  • simpatia
  • raccomandazione
  • conoscenza personale
  • mancanza di alternative (necessità)

Questo significa che, molto spesso, i lavoratori che si trovano nel gradino più basso dell’organigramma aziendale (i più controllati), vengono selezionali, guidati e controllati, da figure che non hanno conoscenza, esperienza e competenza specifica del settore a loro affidato (ma soltanto un gran bel rapporto con il manager che lo ha assunto).

UN RESPONSABILE NON ADATTO AL RUOLO SIGNIFICA

  1. Impossibilità di affermare la propria leadership.
  2. Incapacità difare squadra a vantaggio di un gruppo disordinato e poco coeso.
  3. Comunicazione arida ed impersonale, priva di empatia, incapace di determinare sinergie con i collaboratori.
  4. Tendenza alla manipolazione delle informazioni e alla mistificazione della realtà a proprio vantaggio.
  5. Controllo ingiustificato e frenetico verso i suoi collaboratori.
  6. Incapacità di guidare il suo reparto a causa della sua scarsa conoscenza, professionalità e competenza.
  7. Tendenza a punire gli errori dei suoi sottoposti piuttosto che ad instaurare con loro una sinergia lavorativa.
  8. Attitudine allo “spionaggio” volto a mettere in cattiva luce i collaboratori e tendenza a riferire ai superiori “anche” aspetti inutili e personali,  al fine di potersi vantare delle sue capacità di “agente segreto” e ricevere una pacca sulla spalla.
  9. Incapacità di elevare gli standard qualitativi del lavoro nel suo reparto e, nello stesso tempo, di interfacciarsi efficacemente con eventuali altri reparti all’interno dell’azienda.
  10. Tendenza a non riconoscere i meriti e ad esaltare i punti deboli dei propri collaboratori.
  11. Incapacità di valutare ed accettare il punto di vista di un collaboratore.
  12. Rifiuto del confronto dialettico con la sua squadra (soprattutto in presenza dei suoi superiori).
  13. Incapacità di rispettare e farsi rispettare a danno dell’osservanza delle procedure operative aziendali.
  14. Scarsa o impalpabile presenza sul posto di lavoro con conseguente mancanza di verifica della reale situazione interna al suo reparto.
  15. Incapacità di ridurre i costi aziendali e proporre migliorie.

Sorvolando su aspetti importanti come la leadership e l’autorevolezza, che chiunque svolge un ruolo di responsabilità o di gestione di personale dovrebbe sempre avere (e cercare di migliorare), è opportuno chiarire che certi ruoli meritano di essere affidati a persone ben selezionate se non si vuol correre il rischio di rovinare l’ambiente lavorativo e minare la mission aziendale.

PER COPRIRE RUOLI DI RESPONSABILITÀ E CONTROLLO È NECESSARIO AVERE:

  • una profonda conoscenza dell’attività lavorativa svolta all’interno del reparto a lui assegnato (esperienza)
  • una dimostrabile professionalità che gli consente di essere autorevole (leadership)
  • la capacità di gestire in modo efficace e produttivo le dinamiche lavorative e umane che si sviluppano intorno alla sua attività lavorativa (gestione delle risorse umane)
  • la maturità per favorire ed esaltare (anche di fronte ai suoi superiori) le capacità lavorative dei suoi collaboratori (maturità e sicurezza)
  • un carattere empatico ma deciso (comunicazione efficace)
  • la capacità di generare un clima sereno, collaborativo e produttivo fra i suoi collaboratori (team building).
  • l’abilità di raggiungere, insieme ai suoi collaboratori, gli obiettivi a lui richiesti e di portare in azienda risultati concreti.

L’effetto più negativo generato dalla scelta sbagliata di una persona destinata ad un ruolo si può riscontrare non soltanto dall’aridità dei rapporti umani e lavorativi intrattenuti con i suoi collaboratori. In molti casi è proprio la sua presenza ad infastidirli, soprattutto i più esperti e diligenti! Ma come non esserlo di fronte a responsabili inesperti che, pur privi di specifica competenza e formazione nel ruolo, tendono a relazionarsi con loro in modo arrogante e presuntuoso?

E QUANDO IL CONTROLLO DIVENTA TOSSICO, NEI LAVORATORI GENERA:

  • frustrazione;
  • paura costante di essere ripresi;
  • mancanza di sicurezza;
  • spirito di rivalsa;
  • indolenza;
  • approssimazione;
  • mancanza di positività;
  • disinteresse per il problem solving;
  • indisponibilità alla flessibilità negli orari di lavoro;

Troppo spesso la mancanza di risultati, da parte di alcune attività imprenditoriali, deriva dalla scelta sbagliata di figure a cui viene affidata una responsabilità che li dovrebbe portare a “costruire” e non a “distruggere” i rapporti umani e lavorativi interni all’azienda. 

PERCHÈ NON INIZIARE DA 2 SEMPLICI AZIONI:

  1. ridurre la storica distanza fra “controllore e controllato” (penalizza entrambi);
  2. lavorare attraverso una managerialità ed un controllo dei lavoratori che siano più inclusivi e meno giudicanti!

 

 

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