L’assistente Bagnante o Bagnino di Salvataggio, è ancora una figura molto controversa all’interno degli organigrammi aziendali di chi opera a contatto con gli ambienti acquatici. Sicuramente, è vittima di un retaggio culturale e di un’immobilismo legislativo che la vedono operare nelle medesime condizioni da circa un secolo, quando i primi bagnini sono comparsi sulle nostre spiagge. Basta fare riferimento ai mezzi utilizzati per il soccorso in mare (pattini di salvataggio e rulli di alaggio) per capirlo immediatamente.
A questi aspetti si aggiunge una proliferazione di enti e società che sgomitano fra loro per accaparrarsi contratti con aziende del settore turistico-balneare, stabilimenti balneari e piscine al fine di offrire i “necessari” assistenti bagnanti.
Purtroppo, non essendo sviluppata nel nostro Paese la cultura della prevenzione, molti imprenditori tendono a sminuire la loro funzione, destinandoli ad attività che non riguardano la prevenzione, il soccorso ed il salvataggio.
All’interno di questo quadro generale, si posso evidenziare diversi aspetti critici. Alcuni potrebbero penalizzare molto l’imprenditore (dal punto di vista economico ed amministrativo) che fa un uso improprio del suo Assistente Bagnanti. Altri aspetti potrebbero mettere a rischio la sicurezza dei frequentatori degli ambienti acquatici in cui prestano servizio (stabilimenti balneari, piscine…). Altri ancora potrebbero mettere l’assistente bagnanti nella condizione di dover rispondere, di fronte alla legge, di mancato adempimento e omissione di soccorso.
Una cosa è certa! Competente o no, l’Assistente Bagnanti viene assunto per fare prevenzione e prestare soccorso e resta l’unica figura (esclusi eventuali colleghi soccorritori di professione e medici), abilitata a svolgere queste funzioni dopo avere seguito un articolato training formativo teorico-pratico che lo ha condotto a perseguire il brevetto (nulla a che vedere con i corsi di qualche ora che le aziende devono fare per legge al fine d’incaricare qualche addetto al primo soccorso).
DIVERSE SITUAZIONI PENALIZZANO L’IMPIEGO E L’OPERATIVITÀ DEGLI ASSISTENTI BAGNANTI NEL NOSTRO PAESE:
- la stagionalità/precarietà dell’impiego e la conseguente impossibilità di continuità lavorativa;
- la giovane età abbinata alla scarsa esperienza;
- gli scarsi investimenti economici e formativi degli imprenditori che continuano a vederli come un costo e non come un beneficio;
- la superficialità con cui, molto spesso, vengono rilasciati i brevetti;
- la difficoltà sempre maggiore a reperirli fino all’ultimo momento (sono sempre alla ricerca della migliore offerta!);
- la mancanza di formazione e aggiornamenti dopo il conseguimento del brevetto.
A causa di questi aspetti, l’imprenditore è spesso costretto ad assumere, all’ultimo momento, chi è disponibile e senza alcuna selezione (pena la NON APERTURA dello stabilimento balneare o della piscina). Purtroppo, quando un imprenditore si ritrova con un assistente bagnanti poco maturo e competente ma soprattutto poco propenso a rispettare le procedure operative interne all’attività in cui presta servizio, i problemi e i rischi sono all’ordine del giorno. Ancora peggio se si tratta di un gruppo di bagnini con queste caratteristiche.
COME RIUSCIRE AD AVERE ECCELLENTI ASSISTENTI BAGNANTI
- PER PRIMA COSA, garantendosi l’impiego di un esperto Responsabile di reparto (individuato con largo anticipo. Figura ancor più difficile da trovare rispetto ad un semplice assistente bagnanti. Non sono tanti i bagnini di salvataggio che hanno puntato, nel nostro Paese, sulla loro formazione e specializzazione in questo settore). Le competenze e le capacità di leadership di questa figura, potrebbero garantire la selezione, la gestione e la formazione (anche “work in progress”) del gruppo e trasformarlo in breve tempo, in una squadra organizzata ed efficiente. Senza il suo quotidiano, costante e attento lavoro di comunicazione ed esempio pratico, le procedure operative o i rimproveri dei direttori non riusciranno a sortire effetti soddisfacenti dal punto di vista operativo.
- IN ALTERNATIVA, affidando ad un consulente esterno, esperto di tutte le dinamiche umane e lavorative interne agli ambienti acquatici, il compito di formare e addestrare sia il Responsabile di reparto, sia gli assistenti bagnanti. È un’attività che si può svolgere prima del loro impiego “sul campo” con incontri programmati (anche attraverso la formazione a distanza), oppure durante l’attività lavorativa, grazie a monitoraggi, sopralluoghi e verifiche sul campo che possono consentire di correggere in modo discreto e produttivo gli atteggiamenti sbagliati ma anche chiarire il modo migliore per svolgere le operazioni più complesse. Tutto senza togliere ore di lavoro ai dipendenti (tranne che per i casi più critici).
LE 3 ATTIVITÀ CHE, SEGUITE CON ATTENZIONE, CONSENTONO DI AVERE ECCELLENTI ASSISTENTI BAGNANTI:
- PREVENZIONE – sviluppare la loro capacità di analisi e trasmettere l’abitudine a fare valutazioni
volte a prevenire potenziali situazioni rischiose. Durante il servizio, l’assistente bagnanti deve indirizzare la sua attenzione verso l’ambiente circostante e le persone che lo frequentano, controllare ogni giorno che i presidi medici per il primo soccorso siano sempre presenti e non scaduti, che i mezzi per il soccorso siano efficienti, che siano in posizione tutte le dotazioni obbligatorie e che le indicazioni di sicurezza (nazionali, regionali, comunali e aziendali) siano visibili, aggiornate e consultabili per tutti i frequentatori dell’ambiente acquatico in questione.
- COMUNICAZIONE – è necessario, a prescindere dall’età, dal sesso, dal grado di esperienza e dal
livello culturale, indirizzare l’operatore verso un ascolto attivo del cliente ed una comunicazione efficace (e sarà opportuna la capacità di comunicare in lingua inglese, almeno le indicazioni di sicurezza!). Questi pochi aspetti, aiuteranno a stabilire una relazione pacifica e collaborativa con la clientela ma favoriranno molto i rapporti con i colleghi di lavoro, con i superiori, con i pubblici ufficiali ed i rappresentanti degli organi preposti al controllo dell’attività lavorativa (quest’ultimo aspetto è molto utile al datore di lavoro che, comunque, è sempre corresponsabile di tutte le azioni che vengono svolte dai suoi dipendenti durante l’attività lavorativa).
- SOCCORSO – partendo dalla preparazione ricevuta durante il corso da Assistente Bagnanti, dovrà
sviluppare una familiarità con le operazioni di soccorso, utilizzando con sicurezza e disinvoltura i presidi medici, sanitari ed i mezzi per il soccorso a sua disposizione. Dovrà essere in grado di dirigere e gestire le operazioni di primo soccorso in assenza di personale medico ma anche di salvataggio in mare o in piscina e, soprattutto, di allertare correttamente i soccorsi avanzati (favorendo il loro rapido intervento). Se presenti, dovrà operare in sinergia con altre figure qualificate per il primo soccorso e si metterà a disposizione dei soccorritori professionali e dei medici quando richiesto.
L’impossibilità di assumere, nel nostro Paese, un Assistente Bagnanti a tempo indeterminato, impone nuove strategie. Per abituare gli assistenti bagnanti a concentrarsi su questi tre aspetti occorre un’azione formativa mirata e specifica che non impieghi energie solo sulla ricerca di queste figure ma che si concentri sul monitoraggio costante e sulla formazione anche durante l’attività lavorativa in modo ergonomico e produttivo.
IL PIANO “A” E IL PIANO “B”
PIANO A – Nei rari casi in cui è possibile riunire gli assistenti bagnanti prima della loro assunzione sarà possibile procedere con una formazione (anche in FAD) capace di offrire le basi per una squadra efficiente ed organizzata. L’attività di coaching (team coaching e team building) e la formazione in materia di comunicazione efficace, possono essere modulate in relazione alle esigenze.
PIANO B – Nell’impossibilità di poterli incontrare prima della loro assunzione, sarà possibile, attraverso l’azione di un consulente esperto, monitorarli e seguirli durante l’attività lavorativa correggendo eventuali “errori” in corso d’opera. Come?
- senza influire sui tempi di lavoro (tranne che in specifici casi);
- senza lasciar percepire, ad eventuali clienti presenti, l’azione correttiva in corso;
- evitando di deprimere l’operatore colto in “errore”;
- esaltando la competenza degli operatori virtuosi e rendendoli un esempio da seguire per gli altri;
- evidenziando un’immagine ed un atteggiamento professionale;
- motivando gli operatori a guadagnarsi rispetto e considerazione in quanto rappresentanti del primo e più importante riferimento per la sicurezza all’interno dell’ambiente acquatico.