PREVENZIONE

Le piscine non sono meno pericolose del mare.

Quando parliamo di pericoli e sicurezza è sempre difficile stabilire con assoluta certezza il potenziale di rischio che esprimono certe azioni, tuttavia possiamo sempre dedicarci ad una corretta prevenzione. Per questo, è sempre bene ricordare che gli ambienti acquatici (ad uso sportivo o ludico-ricreativo) hanno sempre una percentuale di pericolosità, qualora non vengano adottati determinati accorgimenti.  Da una parte il mare e le sue acque libere, dall’altra le piscine con le loro acque confinate. Non si tratta di una “gara” di pericolosità, tutt’altro. Sono semplicemente i due contesti acquatici più frequentati al mondo in cui si sviluppano dinamiche molto differenti! 

Quali sono i potenziali rischi di una piscina? 

Le caratteristiche intrinseche di questo ambiente fanno della piscina un contesto apparentemente più sicuro e controllabile. In parte è vero ma, spesso, il rischio nasce proprio dalla convinzione di molti adulti, di considerare una vasca delimitata, un ambiente sicuro e privo di pericoli (trascurando i controlli).

In realtà un buon servizio di assistenza bagnanti in piscina, con un numero di assistenti adeguato alla grandezza nonché alla struttura della piscina, dovrebbe scongiurare ogni eventuale rischio. Tuttavia, anche ai bagnini più esperti e alle squadre più preparate ed efficienti, possono capitare imprevisti!

CONSIGLIO a tutti i genitori: abituatevi ad osservare in modo attento ed efficace le capacità di chi andrà a gestire l’attività (ludico-ricreativa o sportiva) dei vostri figli e soprattutto gli standard di sicurezza delle strutture (trampolini, scivoli, impianti di filtrazione delle acque…), chiedete spiegazioni e chiarimenti (è un vostro diritto!). Alcune piscine consentono accessi molto numerosi di bagnanti ma impiegano un numero insufficiente di bagnini di salvataggio. Situazione in cui i controlli risultano difficili per il “bagnino” e molto spesso inefficaci!

L’obiettivo di ogni bagnino di salvataggio e di ogni azienda che gestisce personale addestrato per l’assistenza ai bagnanti, è quello di evitare incidenti e ridurre a zero le morti per annegamento. Per questo è molto importante valutare tutti gli aspetti che possono contribuire a rendere sicura la balneazione in piscina.

Iniziamo con l’analizzare il problema da un punto di vista strutturale (per poi passare a quello umano e professionale). Ho già evidenziato in un precedente articolo le caratteristiche delle varie tipologie di piscina e le differenze di usi a cui sono destinate (private, condominiali, sportive, ludico-ricreative). Tuttavia, per ognuna di esse è fondamentale valutare con attenzione alcuni aspetti:

  • ogni piscina deve avere impianti efficienti, controllati costantemente da tecnici capaci di verificare in ogni momento i loro corretto funzionamento ed intervenire tempestivamente qualora ci fosse qualche anomalia che potrebbe mettere a rischio i bagnanti
  • le dimensioni, la forma, la profondità, la presenza di vasche adiacenti e la visuale libera sulle vasche, devono consigliare al gestore dell’impianto, o al responsabile del servizio di assistenza ai bagnanti, il corretto numero di bagnini da impiegare (ALMENO 1 ogni 400mq + 1 altro fino a 1000mq, andando 1 ogni 500mq – Accordo Stato-Regioni del 2003).
  • la presenza di trampolini, scivoli, onde artificiali merita un’attenzione maggiore in riferimento al rispetto di determinate regole comportamentali e di prevenzione
  • gli ambienti acquatici chiusi e all’aperto posso determinare reazioni fisiche molto diverse, in particolare se parliamo di piscine termali, frequentate soprattutto da persone anziane, in cui i livelli di calore e umidità sono molto elevati e possono causare alterazioni dei livelli di pressione arteriosa.

Quali sono i casi più frequenti d’incidente nelle piscine?

Premesso che il contesto in cui si trova e la tipologia di piscina determinano una frequentazione più o meno “vivace”, le statistiche evidenziano:

  • una percentuale maggiore di eventi traumatici sono la conseguenza di tuffi e scivolate su solarium e bordo piscina
  • in percentuale estremamente minore, ci sono i rischi di annegamento dovuti alla perdita del contatto col fondo della piscina da parte di nuotatori inesperti (in particolare nelle piscine con altezze diverse non segnalate)
  • per finire, ci sono rari casi di annegamento causati da un’incauta gestione degli impianti della piscina che possono trasformare le prese di fondo o le bocchette laterali di aspirazione in vere e proprie “ventose” per alcune parti del corpo umano (capaci di bloccare sott’acqua una persona).

Aspetti umani e professionali da non sottovalutare.

Per un corretto ed efficace servizio di assistenza ai bagnanti in piscina, è opportuno dotare il/i bagnino/i di una postazione sopraelevata (almeno 2 metri) che consenta di guardare ogni punto della/le vasche. Tale postazione deve prevedere un ombreggio ed una seduta. La piscina può rappresentare per il bagnino un ambiente piuttosto monotono da osservare. Questo potrebbe abbassare notevolmente i livelli di attenzione, pertanto è opportuno che l’assistente bagnanti scenda spesso dalla propria postazione (alternandosi eventualmente con i propri colleghi su altre postazioni), o passeggiando intorno al perimetro della vasca. Naturalmente ogni bagnino che opera in piscina deve sempre avere a disposizione e poter raggiungere rapidamente tutte le dotazioni ed i presidi medici a sua disposizione per un eventuale intervento di salvataggio o di primo soccorso. A tal proposito, in relazione ai casi più frequenti d’incidente a cui accennavo, consiglierei ad un bagnino impiegato soprattutto nelle piscine, un corso da operatore B.T.L.S. (per una corretta gestione del trauma extra ospedaliero).

 

 

 

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